Se prendi un cazzotto in Texas probabilmente hai letto Joe Lansdale
16 Maggio 2009
Se leggessimo in fretta qualche pagina di “Sotto un cielo cremisi” – l’ultimo dei romanzi di Joe R. Lansdale pubblicato in Italia da Fanucci – penseremmo di essere finiti in una puntata di Walker Texas Ranger. E in effetti ci sono almeno tre elementi che legano lo scrittore a Chuck Norris.
Tutti e due sono texani, che è un modo particolare di essere americani, quasi unico. Tutti e due fanno a cazzotti, uno in tv l’altro con la pagina scritta (anche nella vita: Lansdale è stato un wrestler). Tutti e due hanno un’idea chiara di che cosa sono la giustizia e il caos, l’ordine e il disordine, il bene e il male.
Siccome non abbiamo fretta godiamoci tarantinescamente queste sequenze di ginocchiate nelle palle, ossa che si spezzano, cani presi e fatti roteare per la coda. Solo allora si capisce che Hap e Leonard sono personaggi che vanno molto oltre la piattezza bidimensionale di Cordell Walker. Non di semplice letteratura d’azione si tratta ma di un elogio della forza bruta che sa tanto di Conan il Barbaro.
Qualcosa di medievale, il sapore del sangue che ti sprizza dal labbro inferiore dopo che ti hanno pestato sodo dentro un bar, un postaccio frequentato da killer e spacciatori che se le danno oltre ogni immaginazione. Se anche il dieci per cento delle storie che racconta Lansdale sono vere è davvero un miracolo che sia ancora vivo.