Se questa è la Lega
18 Agosto 2014
di redazione
C’era una volta la Lega: un partito di popolo, verace e anticonformista. Un partito dal quale si poteva dissentire ma a cui non si poteva non riconoscere il coraggio di idee anche impopolari e di ancor più impopolari assunzioni di responsabilità.
Oggi la Lega è irriconoscibile. Sfigurata dalla brama di vincere facile. Ha appeso al chiodo la politica perché ha scoperto che in fondo speculare sulle tragedie e lucrare rendite di posizione su problemi epocali è assai più remunerativo che sporcarsi le mani per contribuire a risolverli. Insomma, si atteggia a una sorta di Msi del terzo millennio senza avere di quella storia il nobile bagaglio di una traversata nel deserto a volontaria distanza dal potere e dalle sue tentazioni.
Ha poi uno strano modo di stare all’opposizione: invece di rivendicare il ruolo di partito oppositore duro e puro attaccando, come sarebbe naturale, l’ambiguità di una Forza Italia di lotta e di governo che soffre e spudoratamente s’offre, preferisce tenersi buono il potenziale alleato e prendere quotidianamente a calci chi in piena coerenza e senza sbandamenti ha scelto il bene del Paese e da quella strada non si è mai allontanato.
Evidentemente per Salvini e compagnia il Nuovo Centrodestra non è un potenziale alleato. Ciò ci conforta e ci solleva, anche in vista delle prossime scadenze regionali. Non solo infatti, come direbbe Furio, la cosa è reciproca. Di più: se questa è la Lega, siamo orgogliosi di non averci niente a che spartire.