Se sulle istanze Lgbt nasce la “new left” (M5S-PD)
22 Maggio 2019
Un’ “‘alleanza trasversale” per promuovere le istanze Lgbt. Il sottosegretario Vincenzo Spadafora li chiama “diritti”, e come ti sbagli. Per loro non è mai stato vero il contrario. Il MoVimento 5 Stelle, in bioetica, è di sinistra, ma ammetterlo significherebbe perdere i voti della maggioranza silenziosa e spoliticizzata. Guai a dichiararlo in maniera aperta. Servono attori per tutte le parti, così che nessuno possa accorgersi della radice ideologica dietro l’utopia 2.0: la “new left” relativista, che tanto va di moda negli Stati Uniti.
Il sottosegretario vorrebbe far approvare determinati provvedimenti, ma per ora non può. Perché nel “contratto di governo” l’argomento è stato evitato. E meno male. Pure se quei temi, alla politica, le piombano comunque addosso. L’occasione buona è arrivata con la Giornata mondiale contro l’omofobia: “Sono molto appassionato all’idea che mi è proposta – ha dichiarato, come si legge su IlSole24Ore – di finanziare e sostenere un archivio nazionale per raccogliere la quantità di materiale presente sul territorio per documentare la storia del movimento Lgbti”. Può andar bene tutto, ma chi sarebbe d’accordo? Sembra divenire quasi buona, per comprendere lo stato delle cose, la metafora della carrozza di Gurijeff: l’autista del taxi – attualizziamola un po’ – non sa dove deve andare, non ha indicazioni perché il passeggero dorme, ma l’inconscio, in questo caso l’ideologia, possiede comunque informazioni sulla strada da percorrere. Il MoVimento 5 Stelle forse non conosce o forse fa finta di non conoscere un dato certo: l’unica “alleanza trasversale” possibile su questi temi è componibile con il Partito Democratico. A trainare la carrozza, in questa circostanza, sono insomma i grillini, che sembrano andare per i fatti loro.
Sono settimane che è partito l’attacco Dimaiano al “Medioevo”. Il primo cavaliere di questa battaglia, quello che si distingue di più per aperturismo sui “nuovi diritti” – citiamo Ratzinger, così siamo tutti o quasi concordi – è di sicuro il sottosegretario Spadafora. Ci sarebbe pure il ministro Giulia Grillo, secondo cui la legge sull’eutanasia è una priorità del Belpaese. Se Spadafora è il Parsifal di questa tavola rotonda, gli altri grillini, tranne qualche parlamentare cattolico, non disegnano di sedersi dalle sue parti. Dicevano la democrazia 2.0 sarebbe stata post-ideologica, ma a noi non sembra proprio. Sostengono ancora che la forza del “populismo indefinito” sia la mancanza di consistenza idealistica, ma la dottrina politica che i pentastellati professano a noi pare tanto chiara. Sarebbe meglio specificare, poi, quali sono queste leggi tanto urgenti per cui vale la pena mettersi in cerca di trasversalità.
Lungi da noi attaccare in maniera pretestuosa e predeterminata. No, perché il sottosegretario del MoVimento, prima d’insediarsi, si era detto favorevole a ragionare sulle adozioni omogenitoriali. Qualcuno si ricorderà di Giorgio Tonini, che pur professando la religione cattolica, si era detto disponibile, da piddino, ad assecondare, da un punto di vista legislativo, la possibilità che i “figliastri” venissero adottati nelle cosiddette “famiglie arcobaleno”. Bene, non troverete tante altre dichiarazioni di questo tipo, contrassegnate da tanta sintonia programmatica, tra coloro che siedono tra gli scranni parlamentari. Non esiste alcuna “alleanza trasversale” sulle istanze Lgbt. Esiste la “new left”. Il MoVimento 5 Stelle e il Partito Democratico, prima o poi, dovranno decidere se renderla organica in Italia. Altrove, chi la pensa alla stessa maniera, fa almeno parte della medesima coalizione.