Sel, no soldi a partiti dei condannati. Soprattutto se si chiama Berlusconi
11 Settembre 2013
di redazione
Un emendamento di SeL nel ddl sul finanziamento ai partiti propone di impedire a chi ha condanne definitive per corruzione e concussione o per frode fiscale di finanziare partiti e movimenti politici. Mentre sognano di limitare il Cav. al ruolo di "padre nobile", i postcomunisti si esercitano in quello che sanno fare meglio: arrivare al potere trovando qualche alternativa utile al piatto dei voti che piange. Non avendo il consenso necessario nel Paese per imporre il cambiamento, pensano di dover imporre questa cura dimagrante anche a tutti gli altri, pauperismo per tutti per primi i politici, sulla scia tracciata dal milionario Grillo. Ma non basteranno Stefano in Giunta e qualche emendamento a praticare l’antica egemonia, e cedere lentamente alla filosofia pentastellata è il vero segnale del "cambiamento".