Sempre sugli eroi di Vendola
21 Luglio 2010
di redazione
Nei giorni scorsi ci siamo chiesti perché Nichi Vendola avesse paragonato Falcone e Borsellino a Carlo Giuliani, il ragazzo morto a Genova nel 2001. Ci sembrava un azzardo e anche una lettrice, immaginiamo capitata per caso sull’Occidentale (si firma Aurora e di quelle sanguinose giornate fu protagonista), ci ha scritto che Vendola stavolta ha esagerato. Ma forse Aurora non si è accorta di aver dato una risposta alla nostra domanda iniziale: perché Giuliani è un eroe come i giudici dell’antimafia?
Vendola è sottile, non è politico che si lascia sfuggire frasi che non siano accoratamente improvvisate e di circostanza, per cui se ha fatto quella equazione ci dovrà pure essere un motivo. E qui entra in gioco la spiegazione di Aurora, che ricordando con sobrietà la drammatica morte di Giuliani alla fine scrive che in Italia c’è uno stato "a mano armata" da cui lei si sente minacciata, ancora oggi.
Ora abbiamo finalmente compreso. Falcone e Borsellino come Carlo Giuliani, nel senso che anche i giudici li ha ammazzati lo stato, o meglio quel parastato fatto di mafia e servizi deviati. Quasi quasi era meglio non capirlo, cosa voleva dire Vendola.