Senato: Gustavo Selva ritira le dimissioni

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Senato: Gustavo Selva ritira le dimissioni

17 Luglio 2007

“I cittadini mi invitano a restare e perciò ritiro le dimissioni”. Lo annuncia il senatore Gustavo Selva, nell’aula di Palazzo Madama,
aprendo l’assemblea convocata per votare le sue dimissioni.  Un
intervento in aula durato oltre mezz’ora.

“Vergognoso, irresponsabile, indegno. Con questi 3 aggettivi squalificanti il ministro Livia Turco ha marchiato a fuoco il mio comportamento”, continua Selva. “Ora lasciamo stare i primi due, ma indegno sta a significare che indegno è che io resti qui. Mi dispiace per il ministro Turco, ma a me interessa di più il giudizio dei tanti cittadini che mi chiedono di restare. Per questo assumo su di me la responsabilità politica di ritirare le dimissioni presentate l’11 giugno. Resterò qui”.

“Assumo su di me la reponsabilità politica di ritirare le dimissioni presentate con lettera l’11 giugno. Lo faccio per rispetto vostro”, continua Selva spiegando rivolto ai senatori: “se voi mi assolvete potrebbe sembrare la casta che si autodifende”.

E poi aggiunge: “Un voto in meno del centrodestra al Senato è un giorno in più per il governo Prodi. Questo travolge ogni ragionamento che mi spingerebbe alle dimissioni”.

Il senatore di An Gustavo Selva ha deciso di ritirare le sui dimissione che aveva presentato dopo essere stato criticato dal ministro della Sanità Livia Turco e da altri esponenti politici non solo di maggioranza per avere utilizzato un’ambulanza per partecipare ad una trasmissione televisiva durante la visita di George W. Bush in Italia, nel timore di non poter essere in tempo negli studi televisivi di La7 a causa del traffico causato da manifestazioni anti americane.

“Nella storia di questa citta’, 64 anni fa, un’altra ambulanza fece
storia. Mi auguro di non fare la fine dell’ospite di quell’ambulanza di
allora”. E’ il riferimento storico all’arresto di Benito Mussolini,
dopo il voto del Gran consiglio del 25 luglio del 1943, con il quale
Gustavo Selva ha iniziato il suo intervento nel dibattito di palazzo
Madama.