Sentenza gender: ci provo anch’io?

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Sentenza gender: ci provo anch’io?

20 Luglio 2015

Per ottenere il cambio di sesso all’anagrafe non è obbligatorio l’intervento di adeguamento degli organi sessuali: lo ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso di Rete Lenford sul caso di una persona trans che, dopo essere stata autorizzata all’intervento chirurgico, aveva poi rinunciato al’operazione ma esigeva comunque di cambiare sesso all’anagrafe. Ovvero: mi sento donna, e quindi sono donna, indipendentemente dal mio corpo e dalla biologia, anzi, mantenendo (anche qui la sentenza è esplicita) la possibilità di procreare e quindi di essere padre. La sentenza è tutta da leggere, e ne scriveremo più estesamente in seguito. Intanto, la dedichiamo a quelli che sostengono che il gender non esiste (la Cassazione spiega che è entrato da almeno 4 anni nel nostro ordinamento tramite direttive europee). Ma anche a quelli che credono che le teorie del gender siano entrate attraverso il ddl sulla buona scuola, in cui è semplicemente citata la legge sul femminicidio. Ed è dedicata anche a chi ritiene che le unioni civili siano soltanto l’affermazione del diritto degli omosessuali ad amarsi, senza considerare tutte le implicazioni antropologiche che unioni civili e matrimoni gay hanno necessariamente. Ecco, allora pure io mi organizzo: adesso sul passaporto esigo che scrivano:  "bionda, occhi verdi, altezza 1.80 m, peso: 52 Kg, misure: 90, 60, 90".  Sì, lo so, sono un po’ diversa…. Ma se io mi "sento" così, perché no? Mi volete forse discriminare?