Senza occhiali da sole  i sindacati rischiano l’abbaglio

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Senza occhiali da sole i sindacati rischiano l’abbaglio

Senza occhiali da sole  i sindacati rischiano l’abbaglio

23 Luglio 2007

Apprendiamo
oggi che né il direttore di Repubblica, né i dirigenti sindacali di
Cgil, Cisl, Uil e i loro uffici studi sono mai entrati in una biblioteca
nazionale italiana o straniera e non sono al corrente delle norme a cui ogni
lettore si adegua tranquillamente per entrare a leggere un libro. Un’intera pagina
di Repubblica è dedicata alla violazione della privacy a cui Luxottica, l’azienda
leader mondiale degli occhiali, darà il via da lunedì nei suoi stabilimenti e
per la quale i sindacati minacciano sfracelli. Subendo una media annua di
50.000 occhiali scomparsi, l’azienda ha deciso come misura antifurto di
chiedere ai lavoratori di usare un contenitore trasparente per riporre gli
oggetti personali da portare negli impianti produttivi e non borse o zaini
propri.

Sarà
rivolta contro il marsupio Luxottica! strilla Repubblica. Sono misure da
anni Venti, non rispettano i lavoratori!, tuonano i sindacati. L’azienda ha
predisposto un marsupio trasparente come contenitore degli effetti personali,
sottolineando la non obbligatorietà dell’uso. I lavoratori Luxottica sono
indignati  perché è una dimostrazione di
sfiducia e ritengono offensivo – informa Rep. – mostrare oggetti personali
quali portafogli, sigarette, merendine, 
trucchi e tampax. Qualsiasi lettore di una biblioteca nazionale o di
archivi pubblici,  quale sia il suo titolo
– premio Nobel, professore universitario, dottorando o studente – può spiegare
ai lavoratori della Luxottica di non potere accedere ad alcuna sala di  consultazione e neppure entrare a consultare
un catalogo, se all’ingresso non ripone borse e zaini vari in appositi
contenitori e non usa per gli effetti personali semplici buste trasparenti di
plastica.

Alla
British Library non è neppure permesso entrare con giacca o pullover, essere
sorpreso a masticare una caramella provoca severi ammonimenti della vigilanza e
il cellulare è accettato solo se rigorosamente spento. Le misure delle
biblioteche nazionali non sono mai state messe in discussione, perché sono
l’unica soluzione per evitare furti o danni di libri e documenti. A nessun
studioso, mentre entra in biblioteca con il sacchetto di plastica, è mai venuto
in mente di guidare una protesta contro la violazione della privacy, perché sa
quanto sia spiacevole non poter leggere il libro di cui ha fatto richiesta.

Una
misura antifurto universalmente accettata nelle più importanti biblioteche del
mondo da studiosi di chiara fama – come si diceva una volta – è diventata un
dramma nazionale e sindacale per il giornale dell’”intelligenza collettiva”.
Dovremmo sollecitare il Fondatore di chiedere un dotto articolo ai suoi
cervelloni per spiegare ai lavoratori della Luxottica come misure simili siano
ammesse da qualsiasi studioso? Certo non potrà chiederlo a Umberto Eco,
divenuto famoso per un romanzo dove descriveva soddisfatto l’incendio di una
biblioteca e della grande abbazia che l’ospitava.