Senza riforma delle pensioni e crescita il pareggio di bilancio non basta
23 Settembre 2011
Con la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, varato dal Consiglio dei Ministri il 22 settembre, il Governo ha presentato il nuovo quadro macroeconomico aggiornato, confermando, in linea con quanto dichiarato dalla Commissione Europea, il pareggio di bilancio per il 2013. Il nuovo scenario macroeconomico tiene in considerazione le due manovre estive di stabilizzazione finanziaria, aventi come obiettivo principale il contenimento della spesa pubblica, al fine di incanalare il rapporto debito/PIL su un sentiero più sostenibile.
Confermati anche gli obiettivi di riformare il fisco e le politiche assistenziali entro il 2012, nonché di mettere ordine al contorto universo di agevolazioni fiscali. Gli interventi restrittivi di politica fiscale creano tuttavia degli effetti indotti negativi sul PIL, il cui tasso di crescita è stato rivisto al ribasso rispetto alle precedenti previsioni di Aprile (+0,7 per cento nel 2011, +0,6 per cento nel 2012, +0,9 per cento nel 2013 e +1,2 per cento nel 2014). Confermata anche l’intenzione di sostenere nuove norme relative al sistema pensionistico, con l’anticipo previsto al 2014 del termine per la decorrenza dell’innalzamento dell’età pensionabile da 60 a 65 anni, in modo da allinearla a quella degli uomini nel 2026.
E’ stata inoltre anticipata al 2013 la decorrenza del meccanismo automatico che lega l’età pensionabile agli sviluppi attesi per l’aspettativa di vita. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione programmata dovrebbe scendere dal 2 per cento nel 2011 all’1,5 per cento nel successivo triennio. Il tasso di disoccupazione dovrebbe invece rimanere stabilmente attorno all’8 per cento nei successivi quattro anni. Dal punto di vista della finanza pubblica, le misure di contenimento realizzate con le due manovre estive comporteranno l’azzeramento del deficit tendenziale previsto per il 2011, pari rispettivamente al 2,7 e al 2,6 per cento del Pil per gli anni 2013 e 2014, mentre la pressione fiscale è prevista leggermente in rialzo (+1 per cento). In sintesi, l’aggiornamento macro presentato dal governo dipinge un quadro positivo per quanto riguarda gli effetti sui saldi di finanza pubblica, confermando il giusto sentiero di risanamento intrapreso dal governo, che ha come obiettivo il pareggio di bilancio nel medio periodo.
Da questo punto di vista, nuove manovre correttive non sono quindi necessarie ed è auspicabile che Tremonti tenga duro alle pressioni che vengono dall’esterno. Negative invece sono le previsioni di crescita, e su questo argomento bisogna essere convinti di come è il Governo debba agire rapidamente, a partire dal prossimo decreto sviluppo. Le misure dovranno riguardare le liberalizzazioni, le privatizzazioni, le dismissioni immobiliari, l’uscita dello Stato dall’amministrazione delle imprese pubbliche e una seria riforma del mercato del lavoro. Infine, è doveroso riprendere in mano il capitolo delle pensioni, in maniera da risolvere questo annoso problema una volta per tutte e portare a termine quel lavoro di riforma iniziato all’inizio degli anni ’90, che dovrebbe rendere il sistema finanziariamente più sostenibile e più equo.
A causa della dinamica demografica sfavorevole e della crisi occupazionale, in Italia si sta osservando un pericoloso incremento dell’indice di dipendenza (numero di pensionati a carico di ciascun lavoratore) e di una riduzione del tasso di rendimento del sistema pensionistico, assimilabile grosso modo al tasso di crescita del Pil. E’ bene quindi, sostenere la capitalizzazione dei contributi con investimento degli stessi sui mercati finanziari, in maniera che ogni lavoratore sia incentivato a restare a lungo sul mercato del lavoro e che il peso dei lavoratori anziani non si debba scaricare interamente sulle giovani generazioni, già molto penalizzate dalla fase di transizione che il sistema pensionistico sta attraversando. Non ci sono tante idee nuove da portare avanti, è sufficiente sviluppare e approvare quelle promesse da anni.