Senza rivoluzione democratica in Iran non ci sarà pace in Medio Oriente
04 Dicembre 2010
Leggete questo. E piangete. Parla della triste storia di un professore iraniano – Vahid Ebrahimi – che ha attraversato il confine verso l’Iraq “libero” alla ricerca di asilo. Il professore è stato arrestato e gettato in una prigione irachena, all’interno della quale c’è un ufficio governativo iraniano. Così che sono i funzionari della Repubblica islamica a stabilire la sorte dei rifugiati iraniani in Iraq.
Sto cercando di raccogliere ulteriori informazioni ma nessuno tra quelli che si trovano nella posizione di poter dare un aiuto può contattare gli autori del report. La loro sede virtuale – l’Iran Information Project – è nel documento linkato. Ho parlato con il direttore, che sembra una persona seria e stimata.
Come sapete, dico da sempre che non ci sarà mai una sicurezza decente in Iraq finché i mullah saranno al potere in Iran. E questa non è che un’altra conferma della veridicità di quanto sostengo. Con la “sovranità” ora nelle mani degli iracheni, la loro capacità di resistere agli iraniani è molto inferiore rispetto a quando il paese era sotto “occupazione americana”. Basta chiedere ai rifugiati iraniani che chiedono la libertà da un regime che li vuole torturati o morti.
Lo stesso vale per l’Afghanistan, e se il mondo occidentale continua ad esitare nell’appoggiare la rivoluzione democratica in Iran, questo terribile stato delle cose si propagherà in Libano e dopo negli altri paesi arabi. Sapete, quelli i cui leader continuano a chiedere a noi americani di fare qualcosa… Ma per ora sarebbe già un piccolo ma significativo passo in avanti se il Segretario Clinton insistesse per avere la salva la vita del professor Ebrahimi.
Più veloce, per favore.
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Traduzione Andrea Di Nino