Senza volerlo Stella fa un favore al Cav.

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Senza volerlo Stella fa un favore al Cav.

17 Luglio 2011

Per una volta Silvio Berlusconi dovrebbe ringraziare l’ottimo e implacabile Gianantonio Stella. Il brillante castigatore della "casta" ha infatti scritto una lettera al suo direttore, De Bortoli, per additargli una sua personale disavventura con Calogero Mannino. Una vicenda gustosa e amara ma che a ben guardare, e di certo involontariamente, porta acqua al mulino del Cav. e di chi vorrebbe modificare la legge sui risarcimenti civili.

Stella inizia il suo racconto con il tono di chi vorrebbe mettere un po’ in ridicolo le pretese di quei parlamentari del Pdl che da giorni si chiedono: "e se poi De Benedetti perde in Cassazione e non restituisce i soldi a Berlusconi?" una domanda peraltro più che legittima visto l’astronomico indebitamento delle aziende debeneddettiane per le quali i milioni del Cav.  sono come pioggia nel deserto. Ma Stella, sorvolando su questo aspetto e con il tono di vuole cogliere in fallo gli sprovveduti accoliti del presidente del consiglio, racconta una storia che dimostra quanto quelle preoccupazioni siano fondate.

Stella infatti venne querelato da Calogero Mannino che si sentì diffamato per una storia raccontata in un libro del giornalista. Così in primo grado Stella fu costretto a pagare 15.000 euro e non gli venne concessa nessuna sospensiva. In appello, vari anni dopo, la sentenza fu ribaltata, ma Stella, nonostante i molti tentativi, non è mai riuscito a riprendersi i suoi soldi. Anche a causa del fatto che, e questo elemento deve essere sembrato a Stella il più significativo, lo stipendio di un parlamentare non è pignorabile.

Un po’ abbagliato dalla dolorosa vicenda personale, Stella non deve essersi reso conto che il suo apologo finisce per dar sostegno a quell’interrogativo che lui definiva ironicamente "pensoso" e alla leggina che dovrebbe risolvere il dilemma.

Che succederebbe, se come Mannino a Stella, De Benedetti – sconfitto in Cassazione – non restituisse i soldi a Berlusconi? Forse a De Benedetti lo stipendio sarà pure pignorabile, ma per quanto ben retribuito a rimettere insieme 560 milioni di euro ci si può mettere più di una vita. E allora non sarebbe meglio sia per Stella che per chiunque altro che fosse il tribunale a tenere i soldi in cassa fino alla fine del processo? Certo che sì, a meno che quel chiunque non si chiami Silvio Berlusconi.