Sette candidati sindaco alle Comunali di Isernia, tra gli aspiranti consiglieri anche un prete

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Sette candidati sindaco alle Comunali di Isernia, tra gli aspiranti consiglieri anche un prete

04 Aprile 2012

Ci siamo. Salvo clamorose bocciature da parte della commissione elettorale, i giochi per elezioni Comunali di Isernia sono fatti: in sette hanno presentato la propria candidatura a sindaco. Complessivamente sono 581 i candidati che ambiscono a una poltrona da consigliere a Palazzo San Francesco. I pronostici della vigilia sono stati dunque ampiamente rispettati. Almeno sulla carta, la sfida è tra le due principali coalizioni: il centrodestra scende in campo con otto liste, il centrosinistra con sei.

E tuttavia, ciò che suggerisce la logica dei numeri, potrebbe essere tranquillamente messo in discussione da un fattore davvero imprevedibile: il voto disgiunto. “Incrociare” il voto è infatti possibile nei comuni con un numero di aventi diritto al voto superiore alle 15 mila unità. Nulla è dunque scontato, come insegna la recente esperienza delle Regionali. E poi bisogna fare i conti con i nomi dei candidati alla carica di consigliere. Per capirci: in quale squadra militano i “top player”, ossia i portatori di consensi a valanga? Solo le urne potranno dirlo.

Ma ecco (in ordine alfabetico) chi sono i “magnifici sette” che il 6 e 7 maggio prossimi tenteranno di raccogliere l’eredità di Gabriele Melogli, il sindaco del centrodestra giunto al termine del secondo mandato amministrativo. La coalizione di centrosinistra propone Ugo De Vivo, presidente dell’ordine forense. Sei, come detto, le liste a supporto della sua candidatura. Sono quelle del Partito democratico, dell’Italia dei valori, di Sinistra ecologia e libertà, della Federazione della sinistra, del Partito socialista e, infine, di “Isernia che vorrei”, una lista civica. Sarà della partita anche Gianni D’Uva, assessore regionale negli anni ’90 e figlio di Giustino D’Uva, storico presidente della Regione Molise. Scende in campo con una sola lista – che porta il suo nome – composta da molti giovani. A loro ha dedicato gran parte del suo programma elettorale. Il record di liste presentate spetta al centrodestra: sono otto quelle che sostengono Rosa Iorio, assessore uscente a Palazzo San Francesco. Oltre a quella del Popolo della Libertà, ci sono quelle di Alleanza per il Molise (che fa riferimento all’assessore regionale Filoteo di Sandro), dell’Adc (del vice presidente nazionale Mario Pietracupa, presidente del consiglio regionale), dell’Udc, dei Pensionati, di Progetto Molise, di Grande Sud e dell’Udeur. Il candidato sindaco Giuseppe Laurelli, ginecologo con alle spalle un passato di assessore al Comune di Isernia (giunta di centrosinistra), si presenta alle Comunali con una sola lista, ma con l’entusiasmo di giovani e professionisti che non hanno mai fatto esperienze politiche significative. Si presentano sotto la bandiera di “Isernia viva”. Due, invece, le liste che scommettono su Raffaele Mauro, ex presidente dell’Amministrazione provinciale di Isernia (centrodestra). La prima porta il suo nome: “Mauro sindaco”. La seconda è quella presentata da Futuro e libertà (Fli).

A tal proposito, occorre aprire una breve parentesi per una considerazione: dopo il flop delle Regionali, il progetto del terzo polo non è andato in porto neanche alle Comunali di Isernia, il test elettorale più significativo di questa tornata elettorale in Molise. Tornando alle candidature, c’è da segnalare un’altra proposta proveniente dalla società civile: è quella dell’avvocato Ennio Mazzocco. Si presenta con la lista “Coscienza civica”. Per un periodo il legale è stato assessore esterno al Comune (fu chiesto il suo intervento da una giunta di centrosinistra, negli anni ‘90): un tecnico prestato alla politica, in sostanza. Si presenta agli elettori puntando sulla lotta alla corruzione e sui temi della legalità e della trasparenza. L’ultimo dell’elenco (ma primo a presentare la lista) è Giovanni Muccio, ex agente della polizia di Stato e leader del movimento del “Guerriero Sannita”. Alla sua lista va l’oscar per la curiosità di queste elezioni: il capolista del suo schieramento è infatti don Vincenzo Chiodi, ex parroco della cattedrale di Isernia. Nonostante l’invito del vescovo, monsignor Salvatore Visco, a ritirarsi dalla competizione, il parroco ha deciso di candidarsi comunque. Una notizia per certi versi clamorosa, battuta anche dalle agenzie di stampa nazionali. Dopo l’ufficializzazione della sua candidatura, la curia vescovile è intervenuta per dire che “in merito alla presentazione di don Vincenzo Chiodi – sacerdote diocesano – nelle liste delle prossime elezioni comunali di Isernia, di fronte al disagio e alle perplessità dei fedeli, la curia diocesana comunica che monsignor Visco – preso atto della decisione del suddetto sacerdote, nonostante l’ammonizione già trasmessagli – mentre lo invita nuovamente a ritirarsi dalla competizione politica, si riserva di prendere gli opportuni provvedimenti previsti dal diritto”. Quali? L’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi  di Isernia-Venafro risponde con un secco “no comment”. Ma il “sequel” è chiaro: se don Vincenzo Chiodi non dovesse fare marcia indietro, scatterebbe la sospensione “a divinis”, prevista dal codice di diritto canonico. Se le cose dovessero andare davvero così, il parroco isernino si consoli, perché ha un illustre predecessore: don Gianni Baget Bozzo. Quando fu eletto al parlamento europeo, fu sospeso dal cardinale Siri fino al termine del mandato elettorale.