Sex And The City: la deriva libertina del costume americano

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Sex And The City: la deriva libertina del costume americano

17 Febbraio 2007

Che i Democratici abbiano capitalizzato le defaillance interne alla galassia del mondo conservatore, ammiccando in chiave anti repubblicana alla nuova contestazione, legandosi al carro dei divi hollywoodiani in prima linea e agli ever green del pacifismo militante, è chiaro come la luce del sole. Ma quale nuova visione abbiano per la nazione lo è molto di meno. Di questi tempi,  nella società profonda di un’America in stand-by, si assiste ad una deriva nichilista vagamente europea. Jane Fonda di nuovo davanti alla Casa Bianca significa che è già rientrata dalla finestra la morale del fate-l’amore-non-fate-la-guerra, uscita dalla porta degli anni ’70. Ma se i figli dei fiori, pur nella loro condotta dissennata, cercavano una qualche esperienza di conoscenza, oggi sembra che si viva una sorta di affaccio sul nulla, un momento in cui nessuno ha ben chiaro a quali valori di riferimento gli USA del terzo millennio debbano votarsi. La spinta al disimpegno iracheno, ma anche all’incremento del salario minimo e della spesa pubblica, sembrano rappresentare quasi la contropartita politica di una stanchezza nei confronti delle brutte notizie, di una voglia di buone notizie, di abbandono. Ma è così che fanno capolino, e con il loro volto peggiore, la società del divertimento e il buonismo pletorico, il tutto nel solco di una nuova declinazione dei rapporti tra i sessi.

I clichè sono quelli di uno stile di vita propugnato negli anni “bui” del bushismo, in serie televisive trasgressive che hanno proiettato il disegno di una società disarticolata, rinfocolando l’aspettativa di una migliore qualità della vita contro gli eredi della visione reaganiana.  Non c’è nessun revival letterario, né di costume, ad accompagnare questo abbandono che sa molto di fuga dalla realtà . Nel frattempo i Democratici assistono impotenti. Una reporter del Washington Post pubblica Unhooked (letteralmente “Sganciate”), ovvero come giovani donne cercano sesso, mettono da parte l’amore e perdono entrambi (di Laura Session Stepp, Riverhead, 2007, pagg. 304). Sotto la lente, lo stile di vita delle adolescenti americane dei giorni nostri. La Stepp segue un gruppetto di ragazze tracciando la cronaca del loro comportamento sessuale. Semplicemente un prendere e buttare. Può voler dire un bacio o sesso e basta. Può succedere solamente con un partner, parecchie volte durante la settimana o per molti mesi “può voler significare l’inizio di qualche cosa, la fine di qualcos’altro o niente”. Le “Unhooked girls” sono d’accordo con l’evitare qualsiasi coinvolgimento. Adottano un parlare sboccato stile cabaret di Eddie Murphy. Donne, ossessionate dal successo accademico e dalla carriera, che non hanno il tempo per una relazione. Superdonne Bioniche da sei milioni di dollari alla Carrie – Sarah Jessica Parker della serie Sex And The City? Beh qui non c’entra la ricerca del bel riccone che ci faccia sentire brave bambine. Le ragazze della high school parlano piatto: i rapporti tradizionali annoiano. Il libro si chiude tra auspici e raccapricci, con una lettera veramente politically correct: madri e figlie, non buttate il vostro corpo!

Ma a ben vedere dov’è la responsabilità sullo stato del costume tra i giovani americani se anche negli USA, come in Europa, metà dei matrimoni finisce in un divorzio? Certo da questa parte dell’Atlantico i Conservatori sono agguerriti, non sono solamente quelli che indossano l’abito talare, e sono tanti per davvero. Sono lì, occhiuti a monitorare costantemente, proponendo modelli alternativi. La Heritage Foundation ad esempio presenta già da tempo conferenze sull’astinenza sessuale tra le giovani generazioni. In un Paper di Robert Rector e Kirk A. Johnson dal titolo Teenage Sexual Abstinence and Academic Achievement si sostiene come sia rilevabile un diffuso consenso nella società verso l’insegnamento ai giovani del valore dell’astinenza sessuale. Almeno il 90 per cento dei genitori vuole che ai figli sia insegnata fino a che non abbiano terminato la high school (quasi l’84 per cento dei genitori preferiscono maggiore severità : astinenza fino a che una coppia non sia sposata o vicino al matrimonio). I ragazzi – circa il 90 per cento – sembrano preferire un’educazione basata sull’astinenza (National Campaign to Prevent Teen Pregnancy, Americans Sound Off About Teen Pregnancy, December 2003, p. 8). Ma insegnarla non è molto popolare; eppure per le “Conservative Minds” tutto ciò ha un senso. Infatti, i dati forniti dagli istituti di ricerca mostrano come i giovani che si astengono dal sesso riescano meglio sotto una vasta gamma di profili. Per esempio sono meno propensi ad avere depressioni e pulsioni suicide; esperienza di malattie legate ad una condotta sessuale dissoluta; figli fuori dal matrimonio; vivere da adulti in povertà e in dipendenza dal welfare. Alla fine molto più propensi a stabilire matrimoni duraturi. Comparati con i dati relativi ai ragazzi che dichiarano di avere attività sessuale, quelli che si astengono durante gli anni della high school, almeno fino all’età di 18 anni, risultano essere: il 60 per cento meno propensi ad essere espulsi dalla scuola; il 50 per cento meno propensi a non terminare il corso scolastico; quasi il doppio più propensi a laurearsi.

Certo non è facile spiegare ad un adolescente di oggi che astenendosi dal sesso, nella vita avrà maggiori possibilità di successo. Che le relazioni tra ragazzi dal coinvolgimento sessuale sono per definizione transitorie, instabili e provocano problemi psicologici. Che chi si astiene deliberatamente dal sesso traccerà dei segni positivi nel suo carattere. Sfortunatamente infatti, i giovani americani assomigliano molto di più alle Hooked girls di Laura Stepp e il vivere in un brodo culturale che privilegia la fisicità , se da una parte rappresenta un’attitudine positiva verso la vita, una manifestazione di interesse primario ad affermare la visione di se stessi agli occhi degli altri, dall’altra lascia esposti al rischio dell’effimero. Il fenomeno è molto visibile soprattutto nelle grandi città , dopo un po’ di tempo tornate ad essere centrali per osservare dinamiche comportamentali e sociali significative nel paese, (nonché per il successo politico alle prossime presidenziali, al punto da spingere il partito repubblicano nelle braccia del “duro e impuro” Rudy Giuliani in chiave anti Hillary). Ma l’America, i Democratici lo sanno bene, non è solo New York. (continua…)