Sfida aperta tra Bersani e Franceschini senza il terzo incomodo (Chiamparino)

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Sfida aperta tra Bersani e Franceschini senza il terzo incomodo (Chiamparino)

01 Luglio 2009

Il percorso è accidentato. Ma quella in corso appare sempre più come una settimana decisiva per definire la griglia di partenza dei candidati alla segreteria del Partito democratico.I nomi in corsa sono noti: Pierluigi Bersani e Dario Franceschini, in queste ore impegnati a buttare giù i loro programmi in vista della loro presentazione ufficiale. Le differenze politiche – molto labili – che vanno emergendo sono due. La prima è l’alternativa tra la vocazione maggioritaria alla Veltroni e la politica delle alleanze alla Ulivo. La seconda è tra partito leggero e plebiscitario e partito pesante e “congressuale”.

In questo senso anche i luoghi finiscono per assumere una valenza simbolica. Non è un caso che Bersani ieri abbia inaugurato la sede del suo comitato elettorale, situata, guarda caso, a piazza Santi Apostoli. I locali si trovano  proprio nel palazzo che fu il quartier generale di Romano Prodi, dell’ Ulivo prima e dell’ Unione dopo. Un luogo simbolico che indica già qual è l’idea delle alleanze per Bersani, che più volte ha citato e rievocato come modello la stagione dell’ Ulivo. Citazione particolarmente gradita al prodiano Arturo Parisi. Oggi, invece, al teatro Ambra Jovinelli Bersani presenterà il suo programma mentre domani, al cinema Capranica Walter Veltroni tornerà in pista per ricordare l’anniversario del discorso che tenne due anni fa al Lingotto. Una iniziativa che viene vista come una sorta di assist a favore di Franceschini anche se Veltroni, in una recente intervista a Repubblica, ha precisato che non intende sponsorizzare un candidato in particolare e vuol evitare, ”per il bene del Pd”, l’ennesimo duello con Massimo D’Alema.

Bersani sottolinea che quello che sta per iniziare è il ”congresso fondativo” e quindi ”serve chiarezza”: tutti i candidati dovranno ”pronunciarsi dalla A alla Z, sul programma, sull’identità e sulla forma partito”. E soprattutto ”dovranno saper parlare e farsi comprendere dai cittadini normali”. Anche perché il congresso si chiude con le primarie. Alla fine, l’ex ministro chiede che il Pd diventi ”un partito da combattimento”. Franceschini, invece, incontra i ”lingottini”, cioé i quarantenni che spingono sull’innovazione ”sia sui temi che sulle forme di partecipazione”. Ma i “quarantenni” non hanno sciolto la riserva, anche se per Debora Serracchiani sembra sicuro un posto di rilievo in squadra. Franceschini, che ha quasi completato il suo programma, prima di presentarlo farà un “giro di ascolto” tra le categorie, le associazioni e la base per recepire eventuali emendamenti.

E’ svanita, invece, l’ipotesi della candidatura “spezza-equilibri” di Sergio Chiamparino. ”Come fin dall’inizio avevo temuto, sono stati sufficienti due giorni di ritorno all’attività amministrativa piena come sindaco per rendermi conto che una campagna elettorale fatta come necessario sarebbe incompatibile con l’impegno quotidiano che richiede una città come Torino. Ho riflettuto a lungo sulla proposta di candidarmi alla segreteria del Partito Democratico – aggiunge – che mi è stata fatta da parecchi amici e dirigenti, che stimo e che ringrazio non solo per il rispetto dovuto a queste persone, ma anche perché mi pare vi sia effettivamente un problema di insufficienza nello schema congressuale che si va delineando”. E’ questo il passo d’addio che segna la definitiva archiviazione della candidatura Chiamparino.

Il momento, per il Pd non è facile e quella che doveva essere la fitta al costato del Pdl (l’inchiesta di Bari) si è rivelata un boomerang per lo stesso Partito Democratico in Puglia. Ieri infatti il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha chiesto e ottenuto da tutti gli assessori regionali di rimettere il mandato nelle sue mani. Vendola ha motivato la decisione affermando che "è legata a fatti politici nuovi" (riferendosi ai risultati elettorali) e "fatti indirettamente politici" (la necessità di una questione morale che deriva dalle inchieste in corso). "La sovrapposizione dei due fatti – ha commentato – è sotto gli occhi di tutti".

Le fitte manovre pre-congressuali e i primi test-match continueranno, comunque, per tutto il corso della settimana. Tra domani e dopodomani a Norcia gli ex popolari, capeggiati da Franco Marini, terranno un convegno di sostegno a Dario Franceschini, a cui prenderanno parte Fioroni, Soro e Castagnetti e una serie di segretari regionali. Scenderà in campo anche Francesco Rutelli che riunirà tra venerdi’ e sabato, a Roma i ”liberi democratici”, che sarebbe il nuovo nome dei riformisti ”coraggiosi”. E se sottotraccia si parla di un possibile lancio della candidatura di Linda Lanzillotta non si spengono i boatos in ambienti parlamentari su una possibile uscita dal Pd da parte dell’ex leader della Margherita. Chiude la sette giorni di appuntamenti Dario Franceschini che lunedì 6 luglio presenterà il suo programma.

I candidati, insomma, stanno iniziando a marciare a passo di carica. Anche se il tempo per qualche sorpresa non manca visto che le candidature alla segreteria dovranno essere formalizzate entro il 23 luglio. E qualcuno non nasconde di covare nell’animo qualche piccola tentazione. “Dei temi della laicità ‘per ora non parla nessuno, ed è grave” dice il senatore del Pd Ignazio Marino, in un’intervista al Giornale. “Se continua così potrei pensare seriamente a candidarmi”.