“Sì al doppio turno ma adesso ci aspettiamo una risposta”
09 Gennaio 2014
Ministro, quanto tempo ancora il Paese dovrà aspettare per avere una nuova legge elettorale? «Se dipendesse da noi – risponde Gaetano Quagliariello, esponente di Ncd e membro del governo con la delega alle Riforme -, si potrebbe chiudere in fretta. Renzi aveva individuato tre opzioni e noi abbiamo detto con chiarezza che avremmo gradito il doppio turno di coalizione, vale a dire quel sistema che ha sempre rappresentato l’aspirazione della sinistra. Abbiamo spiegato che per noi il doppio turno va bene perché è l’unica fra le tre proposte che consente – senza forzature, infingimenti o prepotenze – di conoscere subito dopo il voto il nome dello schieramento vincitore. A questo punto ci saremmo aspettati che si potesse subito risolvere tutto oppure delle controdeduzioni».
Forse qualcuno ci ha già ripensato?
«Forse, e sarebbe un peccato perché per un esasperato tatticismo si può perdere una grande occasione».
Probabilmente è tutta colpa dell’imminente incontro tra Renzi e Berlusconi: che ne dice?
«Guardi, noi di Ncd non pretendiamodi dettare la morale a nessuno. Né ci arroghiamo diritti di veto per escludere qualcuno. Però crediamo che sia importante andare avanti su quella proposta che già sembra poter contare su un novero sufficientemente ampio dipartiti. Una proposta che mostra solidità e probabilità».
Dunque esclude del tutto le altre due?
«Ribadisco, nessuna preclusione: ma ci sembra evidente che entrambe hanno problemi strutturali se non profili di incostituzionalità».
Addirittura?
«Certo, perché finiscono per sommare un premio implicito ad uno esplicito. Sarò più chiaro: si può prevedere di assegnare il premio di maggioranza a chi prende più voti (premio esplicito) oppure a chi guadagna più consensi all’interno di un collegio (premio implicito, come avviene in Gran Bretagna e in Francia), oppure ancora fare come accade in Spagna, laddove il premio viene calcolato in circoscrizioni molto ristrette con la redistribuzione dei voti di quei partiti che non superanola soglia del 10%. Ma sarebbe sbagliato sommare i due premi: equivarrebbe ad acuire gli effetti ipermaggioritaridel Porcellum. Così si rischia di farimpazzire la maionese».
A Ncd non farebbe più comodo un ritorno al Mattarellum?
«Sicuramente, giacché nel campo delcentrodestra potremmo essere decisivi: ma noi abbiamo fatto la scelta di appoggiare la proposta del doppio turno di coalizione, che riscuote il consenso più ampio. Adesso ci aspettiamo una risposta, giacché facciamo parte della stessa maggioranza di governo. E niente calci nel sedere, perché il nostro partito – pur essendo di profonda ispirazione cristiana – non può sopportare l’idea di offrire l’altra natica.
Condivide il sospetto di tanti, secondo cui gli interessi del Pd e Forza Italiasi potrebbero saldare sulla volontà di portare il Paese al voto anticipato?
«No, credo piuttosto a quanto l’altro giorno affermava Renzi: voto nel 2015. Andare prima alle urne significherebbe annullare gran parte degli effetti e dei sacrifici fin qui prodotti. C’è ancora tanto da fare: innanzitutto le riforme, e non solo la legge elettorale, penso al superamento del bicameralismo perfetto, alla revisione del titolo V, al completamento dell’articolo 81 sul pareggiodi bilancio e ai costi della politica».
Non condivide neppure un poco la percezione diffusa nel Paese di un governo fermo: "stabile" nell’inazione e quando si muove toglie per poi ridare (come nel caso dei 150 euro ai prof), o concede per poi riprendere (come nel caso Imu-Tasi)?
«Bisogna ricordare da dove siamo partiti. Ad un certo punto il governo precedente era giunto ad aumentare in maniera inaccettabile la pressione fiscale. Lo spread oscillava di poco sotto i trecento punti. E la Borsa rifletteva la percezione di una emergenza economica non superata. Ora abbiamo un governo, che non potrà rivoluzionare l’assetto del Paese, ma che senza fibrillazioni può ancora realizzare alcune cose che faranno comodo a tutti, anche a chi verrà dopo».
Il cambio di maggioranza imporrebbe una ricalibratura di pesi ed equilibri al governo: lei se la sente di escludere un rimpasto?
«Non ho la presunzione di dire questo, ma credo che il rimpasto a questo punto sia qualcosa di superfluo di fronte alle cose che dobbiamo fare. Le priorità sono altre, senza dimenticare il nodo-lavoro: l’allarme Istat sulla disoccupazione in questo senso è indicativo».
Tra le priorità lei considera anche le unioni gay e il nodo-cannabis?
«Certo che no, anche su questi punti Ncd ha espresso la propria posizione».
Oggi lei presenta con Maurizio Sacconied Eugenia Roccella il volume daltitolo «Moderati. Per un nuovo umanesimo politico»: a suo avviso può essereil manifesto del nuovo partito?
«È il tentativo di dare sistemazione ad un pensiero liberale e conservatore che in più d’una occasione ha dimostrato di poter essere rivoluzionario. Ecco, noi vogliamo provare a sdoganare una certa immagine del centrodestra e asfatare quel luogo troppo comune secondo cui il pensiero e la cultura spetterebbero soltanto alla sinistra».
Urne ancora lontane: il centrodestrache verrà saprà fare a meno di Berlusconi?
«Il voto sarà lontano, ma le Europee sonovicinissime. Noi siamo consapevoli di giocarci tutto adesso. Ma siamo anche orgogliosi di essere arrivati fin qui, senza un euro di finanziamento pubblico. Il rinnovamento del centrodestra intanto già è cominciato».
(Tratto da Il Mattino)