Sì alla abolizione del finanziamento ai partiti. Ma la democrazia non è gratis
24 Maggio 2013
“Nel Cdm di oggi abbiamo trovato l’accordo sull’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti. Ora la Ragioneria deve preparare le norme fiscali del ddl”, dice Enrico Letta. Il Consiglio dei ministri si è espresso quindi a favore della abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, passaggio strategico delle riforme istituzionali. E’ la prima volta che accade. Enrico Letta ha spiegato che "la politica ha capito la lezione" e che il suo Governo procederà con i tagli (da luglio abolizione delle province) e l’abolizione del finanziamento, per "recuperare credibilità".
Si è discusso di trasparenza degli statuti e dei bilanci dei partiti, di semplificare le erogazioni liberali ai movimenti politici (tracciando e identificando le contribuzioni), di vantaggi fiscali per i contribuenti, di forme di sostegno sottoforma di servizi e strutture invece che soldi. Successivamente, dovrebbe arrivare anche un ddl di regolamentazione delle attività di lobbyng. Secondo il Premier, è un intervento non "contro i partiti" ma a favore di essi. Il ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, ha commentato: “Abbiamo avuto una lunga discussione e lo approfondiremo nei prossimi giorni lavorando anche ad un testo”. Per Mario Mauro: “Dopo il governo di grande coalizione, passa ancora un cavallo di battaglia idi Scelta Civica”.
Nel contesto del Pd, la mossa di Letta va letta come un’apertura alle richieste di Renzi, che aveva detto: ”Ho parlato più volte con il presidente del Consiglio, su questi temi il governo procederà spedito”. Renzi infatti vorrebbe portare a casa l’abolizione del finanziamento pubblico per dare un segnale all’elettorato e rosicchiare consenso ai grillini su uno dei temi a loro più cari. "Durante le primarie sembravamo solo noi a dirlo, ora vedo condivisione". Renzi ha anche detto che il movimento di Grillo parla ma dovrebbe mostrare più concretezza.
Nei giorni scorsi, a più riprese, anche il Ministro per le riforme Quagliariello era intervenuto sul tema spiegando che la politica dovrà abituarsi a trovare fonti di finanziamento alternative. “La democrazia ha un costo che, per una sua parte incomprimibile, non può essere disconosciuto. Se dunque da un lato deve essere abrogata l’attuale legge sul finanziamento ai partiti, dall’altro è necessario definire nuovi meccanismi che rendano tale costo sostenibile”, ha detto Quagliariello alle commissioni congiunte di Camera e Senato.