Si svuota Guantanamo e Pentagono valuta rinforzi in Afghanistan

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Si svuota Guantanamo e Pentagono valuta rinforzi in Afghanistan

03 Maggio 2008

Nove detenuti della base americana di Guantanamo (Cuba) sono stati trasferiti verso l’Afghanistan, il Sudan e il Marocco.

Ora, secondo il Dipartimento della Difesa americano, nella prigione cubana ancora restano circa 270 prigionieri.

Cinque detenuti sono stati trasferiti in Afghanistan, tre in Sudan e uno in Marocco. Fra quelli trasferiti, ci sono un marocchino di 40 anni (Said Boujaadia, carcerato dal 2001), e un cameraman sudanese della tv satellitare araba al Jazeera, liberato ieri da Guantanamo, dove era prigioniero da sei anni.

L’ex detenuto sudanese, che non sarà perseguito nel suo Paese, ha denunciato ieri al suo ritorno a Khartoum condizioni di detenzione molto dure e “insulti” all’islam. “Il trasferimento è una dimostrazione del desiderio degli Stati Uniti di non trattenere prigionieri più a lungo del necessario”, ha aggiunto il Dipartimento della Difesa, che ha chiarito che 65 altri detenuti di Guantanamo hanno i requisiti “per un trasferimento o una scarcerazione”.

Dal 2002, più di 500 detenuti del carcere militare Usa a Cuba sono stati trasferiti verso i loro Paesi d’origine, ha chiarito il Pentagono, che ha citato l’Albania, l’Afghanistan, l’Australia, il Bangladesh, il Bahrein, il Belgio, la Danimarca, l’Egitto, la Francia, il Regno Unito, l’Iran, l’Iraq, la Giordania, il Kuwait, la Libia, le Maldive, la Mauritania, il Marocco, il Pakistan, la Russia, l’Arabia Saudita, la Spagna, la Svezia, il Sudan, il Tagikistan, la Turchia, l’Uganda e Yemen.

Intanto il Pentagono sta valutando l’ipotesi di inviare altri 7.000 militari in Afghanistan, per far fronte al mancata disponibilità della Nato a dispiegare altre truppe. E’ quanto riferisce oggi il New York Times. Salirebbe così a circa 40.000 il numero dei militari americani presenti nel Paese, il più alto dall’inizio del conflitto, tanto da far parlare di “ri-americanizzazione” del conflitto.

“Ci saranno semplicemente più forze americane di quante ne abbiamo mai avute lì”, ha detto sotto anonimato un alto funzionario dell’amministrazione Usa. Durante il vertice del mese scorso a Bucarest, in Romania, alcuni Paesi Nato hanno promesso l’invio di circa 2.000 uomini. Cifra però insufficiente a coprire la richiesta di 10.000 uomini venuta dal comando Nato presente in Afghanistan. Solo la Francia ha pubblicamente annunciato l’invio di altri 700 uomini, ma durante una cena privata a Bucarest, il Presidente Usa George W. Bush ha raccolto l’impegno di altri Stati membri.

Stando al Nyt, la Georgia ha promesso altri 500 soldati; la Polonia altri 400; la Repubblica Ceca 120 soldati per le operazioni speciali; Italia, Romania e Grecia hanno assunto l’impegno di inviare personale per l’addestramento delle forze di sicurezza afgane; l’Azerbaigian, Paese che non fa parte della Nato, ha offerto di raddoppiare il suo impegno, aggiungendo altri 45 militari; la Nuova Zelanda ha offerto “un ridotto incremento” a sostegno dei corpi civili provinciali per la ricostruzione; infine, altri due Paesi hanno dichiarato di voler valutare un loro maggiore impegno nel Paese, chiedendo di non riferirne pubblicamente per problemi di politica interna.

Le fonti del Nyt hanno tenuto a sottolineare che l’invio di altre forze non è ancora stato tradotto in alcun piano operativo e che la decisione potrebbe essere affidata al nuovo Presidente, anche se non è escluso un intervento di Bush. Al Pentagono sono in corso “discussioni preliminari”, hanno precisato le fonti. Al momento ci sono 62.000 uomini dispiegati in Afghanistan, di cui 34.000 americani. L’Italia è impegnata con oltre 2.300 unità, dispiegate fra Kabul ed Herat.