Si vota nella regione di Madrid: la tenuta dei Popolari e la sorte del governo

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Si vota nella regione di Madrid: la tenuta dei Popolari e la sorte del governo

04 Maggio 2021

Oggi si vota per il rinnovo della Comunità di Madrid. Il Partito Popolare detiene questa roccaforte dal 1995 e  non sembra certo disposto a perderla.

Visto il particolare momento che stiamo vivendo, alla luce di un piano vaccinale che in Spagna sta andando più a rilento che in Italia e alla scarsa programmazione rispetto alle riforme necessarie per accedere ai fondi del “nuovo piano Marshall” europeo, anche il partito socialista, e più in generale la coalizione di governo, punta “sull’effetto domino” che la conquista della regione della capitale potrebbe avere sulla tenuta dell’esecutivo sul piano nazionale.

I sondaggi sono tutti a favore di Isabel Diaz Ayuso, attuale presidente, molto vicina alla dirigenza di Pablo Casado del Partido Popular e critica rispetto ad alcune politiche ritenute “estreme” di Vox (il riferimento è al porto d’armi come strumento di autodifesa personale e ai respingimenti massivi degli immigrati).

Nei sondaggi l’attuale presidente Ayuso sembra raddoppiare i consensi e la chiave del suo successo è da attribuire, da una prospettiva pragmatica, alla sua promessa di mantenere la riapertura di ristoranti, alberghi e luoghi di cultura come cinema e teatri, e di accelerare la campagna vaccinale, mentre da una prospettiva ideologica si deve alla presunta riconquista del voto dell’ elettorato di destra, frammentato nel corso delle ultime tornate elettorali tra PP, Ciudadanos e Vox. Come è facile intendere questo risultato rilancerebbe il PP sul piano nazionale, consoliderebbe la leadership di Pablo Casado e segnerebbe il superamento della associazione dei popolari agli scandali di corruzione degli ultimi anni.

Il PSOE ha schierato Angel Galibondo, fratello di uno dei giornalisti commentatori politici più famosi del paese, e Sanchez, riprendendo uno slogan di successo delle ultime elezioni politiche del 2019 , sta facendo appello a un voto democratico per evitare l’avanzata, o meglio del ritorno di una destra “fascista”.

I toni sono esacerbati e la dinamica dell’antifascismo democratico come baluardo contro il fascismo di destra, se nel 2019 contribuì alla crescita di consensi del PSOE- quando l’obiettivo era bloccare l’avanzata di Vox- , sembra oggi non fare breccia su un potenziale elettorato centrista, ancora indeciso.

Il recupero della Comunità di Madrid, servirebbe anche sul piano nazionale a rendere più stabile un governo dal quale Podemos ha già iniziato ad allontanarsi.

Se i grandi partiti, quelli che detengono dagli anni Novanta la scena politica, socialisti e popolari, vedono simbolicamente queste elezioni come un laboratorio e puntano su un ritorno del bipolarsmo riequilibratore del peso delle singole forze in campo, i piccoli partiti come Podemos e Vox remano contro tale ipotesi che li cancellerebbe dalla scena politica o per lo meno li relegherebbe a un ruolo totalmente secondario.

Pablo Iglesias, leader di Unidas Podemos e fino a poco tempo fa vicepresidente del governo Sanchez, ha deciso di lasciare l’incarico nell’esecutivo per tentare un rilancio del partito da una posizione di guida di una delle Comunità più sviluppate del paese, e a sorpresa ha anche annunciato la transizione della leadership del partito  a Yolanda Diaz, antica rappresentate del partico comunista in Galizia e attualmente ministro del lavoro del Governo Sanchez. Senza metterci la faccia, secondo alcuni sondaggi, Podemos rischiava di non superare la soglia del 5% per il governo della Comunità di Madrid, esito quest’ultimo che, nello spazio di un mattino, lo avrebbe cancellato dallo scenario politico nazionale. La candidatura del fondatore di Unidas Podemos dovrebbe permettere al partito di ottenere una rappresentanza regionale, e da lì il partito, giocando anche la carta della importanza delle donne in politica, proverà a risalire la china.

Anche all’estrema destra il leader di Vox, Abascal, sta puntando tutto sulla sua candidata Rocio Monasterio, già presidente di Vox Madrid, e appartenente all’area ultracattolica e conservatrice, poiché sa che dopo il successo catalano e andaluso la raccolta di un alto numero di seggi nella Comunità di Madrid gli permetterebbe di influenzare in modo più stabile la politica nazionale dei popolari soprattutto su temi etici, di sicurezza e immigrazione.

Non è solo una elezione locale quella del 4 maggio e, quali che siano i risultati, gli equilibri che usciranno dalle urne segneranno le premesse dei futuri equilibri politici nazionali.