Siani. Il mondo della politica lo ricorda a 25 anni dal suo assassinio

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Siani. Il mondo della politica lo ricorda a 25 anni dal suo assassinio

23 Settembre 2010

"A 25 anni dal barbaro assassinio di Giancarlo Siani è importante ricordare sempre, senza ombra di ritualità, alle nuove generazioni il suo coraggioso esempio di impegno professionale, di senso civico e di educazione alla legalità", lo ha scritto in una nota indirizzata al direttore de Il Mattino, Virman Cusenza, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

"Sono trascorsi venticinque anni dalla morte di Giancarlo Siani, giornalista napoletano ucciso barbaramente dalla camorra a soli 26 anni. Con grande determinazione aveva avuto il coraggio di scoprire e di raccontare l’intreccio tra criminalità organizzata e politica in un territorio difficile, quello napoletano, spinto dall’entusiasmo e dal desiderio di essere giornalista attento ai veri problemi della sua terra e dalla volontà di contribuire a cambiarla e renderla più vivibile sottraendola alle illegalità e al malcostume". Così il Presidente del Senato, Renato Schifani, ricorda il giovane cronista il cui corpo senza vita fu trovato il 23 settembre 1985 all’interno della sua auto, nel viale di casa, al Vomero. "Rivolgo un pensiero commosso a Siani e agli altri giornalisti caduti per mano mafiosa nel nostro Paese: la loro passione – afferma il Presidente Schifani – e il loro coraggio al servizio della verità li hanno resi eroi civili verso i quali siamo tutti riconoscenti debitori. Il loro esempio sia monito e guida affinché legalità, verità, libertà e democrazia siano affermati in ogni momento della nostra esistenza".

”Un giovane giornalista che, fuori dalle luci della ribalta, ha svolto con passione, coraggio e impegno il suo lavoro, offrendo un prezioso contributo per l’affermazione dei principi di legalità e giustizia”. Così il Guardasigilli Angelino Alfano ricorda l’efferato assassinio di Siani. ”Il coraggio di costruire percorsi di verità – prosegue il ministro – per far luce sulle dinamiche di infiltrazione di cui si fa forte il fenomeno criminale, ha fatto di Siani un simbolo di quel patrimonio di uomini valorosi che hanno segnato una svolta nel nostro Paese, lavorando per il risveglio della coscienza civile e per la diffusione della cultura della legalità”. ”L’esempio di Siani – conclude Alfano – è quanto mai attuale in un fronte che oggi vede impegnati tutti, ognuno nel rispetto del proprio ruolo, nella lotta al crimine organizzato”.

Il 23 settembre 1985, quattro giorni dopo aver compiuto 26 anni, appena giunto sotto casa sua con la propria Mehari, Giancarlo Siani venne ucciso: l’agguato avvenne alle 20.50 circa in via Vincenzo Romaniello, nel quartiere napoletano del Vomero, vicino casa sua. Siani, trasferito dalla redazione di Castellammare di Stabia del quotidiano napoletano Il Mattino a quella centrale, all’epoca diretto da Pasquale Nonno proveniva dalla sede centrale de Il Mattino in via Chiatamone.

Per chiarire i motivi che hanno determinato la morte e identificare mandanti ed esecutori materiali furono necessari 12 anni e 3 pentiti. Il 15 aprile del 1997 la seconda sessione della corte d’assise di Napoli ha condannato all’ergastolo i mandanti dell’omicidio (Angelo Nuvoletta, Valentino Gionta e Luigi Baccante) e i suoi esecutori materiali (Ciro Cappuccio e Armando Del Core). Le sentenze sono state confermate dalla Corte di Cassazione, mentre per Valentino Gionta si è svolto un secondo processo di appello che il 29 settembre del 2003 l’ha di nuovo condannato all’ergastolo, mentre il giudizio definitivo della Cassazione lo ha definitivamente scagionato per non aver commesso il fatto.

Il fratello Paolo, unico rimasto in vita della famiglia Siani, ricorda il fratello come un ragazzo carismatico, capace di grandi sacrifici, ma anche come una persona solare, pronta a dare sostegno; ed in un’intervista egli afferma: "Di noi due, insieme, conservo l’immagine di una giornata a Roma, a una marcia per la pace. Io col gesso che gli dipingo in faccia il simbolo anarchico della libertà. E lui che mi sorride".

Stamane a Napoli si è tenuta la premiazione della settima edizione del premio intitolato al giornalista ucciso che riconosce i meriti giornalistici e artistici nella lotta contro la criminalità organizzata e l’impegno per la legalità e lo sviluppo del Mezzogiorno. Il premio è organizzato dalla redazione de "Il Mattino" e dall’università napoletana "Suor Orsola Benincasa". Nella sezione fumetti ha vinto un’opera dedicata a Pippo Fava, giornalista siciliano ucciso dalla mafia un anno e mezzo prima di siani. Premiati gli autori Luigi Politano e Luca Ferrara.