Siccità e carestia stanno uccidendo il Corno d’Africa
29 Luglio 2011
di redazione
A partire dal mese di gennaio, oltre 96.000 persone sono fuggite in Kenya, più di 74.000 in Etiopia e circa 2.500 a Gibuti, Paesi a loro volta colpiti dalla più drammatica siccità nella regione degli ultimi 60 anni. La causa è una crisi ambientale e sociale tanto acuta quanto silenziosa che sta vivendo il Corno d’Africa, la penisola sul lato est del continente africano che comprende Somalia, Eritrea, Etiopia, Gibuti.
Negli ultimi giorni, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ha ricevuto donazioni per un valore complessivo di oltre 250 milioni di dollari da Australia, Brasile, Canada, la Commissione Europea, Francia, Germania, Irlanda, Giappone, il Regno dell’Arabia Saudita, Lussemburgo, Monaco, Svezia, il Regno Unito, il Fondo centrale d’intervento per le emergenze dell’ONU (CERF) e gli Stati Uniti. In aggiunta a questa cifra, il WFP aveva già ricevuto fondi da vari paesi prima che la crisi si aggravasse. Tra questi: Danimarca, Finlandia, Kenia, Nuova Zelanda, Norvegia, Russia, Spagna, Sudan e Svizzera.
“Tutto il mondo si sta unendo nella lotta contro i livelli crescenti di fame e malnutrizione nel Corno d’Africa”, dice Ramiro Lopes da Silva, vicedirettore Esecutivo per le Relazioni Esterne e la Mobilitazione delle Risorse, riferendosi al bisogno urgente dell’agenzia di ottenere il necessario sostegno a progetti che aiuteranno milioni di persone ad accedere velocemente al cibo.