Sicilia: accordo Lombardo-Berlusconi sempre più vicino
19 Febbraio 2008
di redazione
Intervista a Raffaele Lombardo di Lillo Maiolino
Non ha ancora
rovesciato completamente le carte sul tavolo Raffaele Lombardo, leader del
Movimento per le Autonomie, conteso nelle ultime ore da Pdl e Udc.
Se sabato
mattina il segretario regionale del partito di Casini aveva commentato,
definendo Lombardo “persona seria con la quale c’è prima di tutto un impegno
d’onore, l’autonomista, invece, fa capire che qualsiasi scenario sulle nuove
alleanze si può aprire.
“Di certo –
sorride – non mi alleo con il Pd e con Veltroni”, che definisce “un po’
africano e un comunista che vuole dimenticare di esserlo stato” e con chi
persegue la politica del governo Prodi che non ha affatto tutelato le esigenze
del Sud, facendo gli interessi solamente dei poteri economici del Nord”.
Appare, invece, più
vicino l’accordo con Berlusconi e sempre più lontano quello con l’Udc, ma
avverte che il percorso è ancora lungo, perché – garantisce davanti ai suoi
sostenitori siciliani – che il Movimento “si accorderà solo con chi è pronto e
sottoscrive alcuni punti essenziali”. E quali sono? “Primo, risponde Lombardo, il
via allo statuto autonomista per la
Sicilia, quindi il pagamento delle tasse dei siciliani
direttamente alla Regione, quindi rivendicare una fiscalità speciale per
l’isola, sul modello irlandese, e creare una banca locale, dopo che il Banco di
Sicilia è diventato solo un marchio non più dei siciliani ma proprietà di
Unicredit, infine un piano per le infrastrutture al Sud, senza dimenticare
l’importanza strategica del ponte sullo Stretto di Messina, un’opera di
rilancio non solo per la regione ma per la nazione intera e la valorizzazione
del patrimonio siciliano”
Insomma Lombardo
va diritto per la sua strada e i suoi voti li farà valere come oro in questa
frammentazione di schieramenti che si sta componendo in vista delle prossime
tornate elettorali.
L’altra notizia
è quella che riguarda le elezioni regionali. Il capo degli autonomisti fa
capire che ad oggi non è il candidato del Pdl: “La mia candidatura a Governatore
della Sicilia è una risposta ad entrambi i poli e alla logica delle nomine
imposte da Roma”.
“Se non troviamo
alleati che condividono il nostro programma – continua – noi possiamo correre
soli anche per il rinnovo del parlamento siciliano, senza alcun apparentamento”.
A proposito,
infine, di apparentamenti, Raffaele Lombardo spiega: “Con la scusa degli
apparentamenti tecnici rischiamo di ritrovarci con alleanze regione per regione
diverse”. L’ultima stoccata è per l’attuale legge elettorale: “A parte il
rischio di una maggioranza risicata, specie al Senato, nella prossima
consultazione, mi accorgo che in Italia i partiti non funzionano
democraticamente, buona percentuale dei deputati e senatori, infatti, è scelta
– attraverso appunto le liste ndr.– a
prescindere dal voto espresso dagli elettori”.
Lombardo incassa
l’ennesimo applauso del suo popolo siciliano ed è pronto a “marciare” su Roma per
sciogliere a breve ogni riserva.