Sicurezza, il Senato approva il ddl. Bagarre in aula tra Lega e Idv
02 Luglio 2009
di redazione
Ora è legge dello Stato il ddl sulla sicurezza approvato in via definitiva oggi al Senato. Via libera dunque al testo (modificato alla Camera) con 157 voti a favore, 124 contrarie 3 astenuti. Prima del voto finale tra ieri ed oggi l’Aula ha votato le tre fiducie poste dal governo sul provvedimento. A favore si sono espressi Pdl e Lega Nord mentre Pd, Idv e Udc-Svp-Aut si sono dichiarati contrari.
Posizioni diametralmente opposte tra maggioranza e opposizione che si sono palesate anche subito dopo il voto finale. I senatori dell’Idv hanno esposto cartelli con la scritta “i veri clandestini siete voi” e “governo: clandestino del diritto”. Immediata la risposta dei senatori del Carroccio, tutti con cravatte e pochette “verde Padania” che dai banchi si sono alzati in piedi e con le mani hanno fatto il gesto della vittoria. Soddisfazione anche tra i ministri della Lega presenti in Aula: il titolare dell’Interno Roberto Maroni si è sbracciato in segno di saluto verso i senatori del suo partito.
Il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri ha osservato che il ddl sulla sicurezza “è una parte fondamentale del programma del centrodestra: carcere più duro per i boss delle cosche, reato di immigrazione clandestina, sanzioni più severe per tutti i reati che allarmano i cittadini, più sicurezza, più certezza della pena. Per questo siamo al governo e siamo orgogliosi di aver portato questa legge al traguardo”. Per l’esponente del Pdl questa “è una legge per gli italiani che vogliono la sicurezza, mi meraviglio che Belisario e Finocchiaro non la votino, dovranno spiegarlo ai loro elettori”.
E proprio il capogruppo del Pd Anna Finocchiaro ha risposto indirettamente a Gasparri ribadendo la linea del partito e definendo la norma approvata a Palazzo Madama niente altro che “un simulacro ed una simulazione. Un simulacro nel senso che è tutto improntato sotto il segno dell’immagine ma senza senso, perchè non ha efficacia e non è coerente con il resto della normativa in vigore e, soprattutto, con lo spirito della Carta costituzionale”.