Sicurezza stradale. Via libera del ministro Matteoli ai 150 km/h in autostrada
07 Dicembre 2009
di redazione
"Non credo che sia giusto nè possibile che una macchina di piccola cilindrata e una più potente debbano per legge procedere alla stessa velocità in autostrada. Per questo, se il Parlamento deciderà di modificare la legge, sono favorevole ad alzare il limite di velocità in autostrada a 150 km/h". Lo ha detto il ministro delle infrastrutture Altero Matteoli a margine dell’inaugurazione di una sede del Pdl avvenuta oggi a Cecina. "Credo che sia giusto – ha aggiunto Matteoli – regolamentare questa materia tenendo conto anche dei requisiti tecnici delle auto, ovviamente continuando a garantire la massima sicurezza per chi viaggia. Ma è chiaro che ci sono veicoli che possono circolare a velocità più alte in tratti autostradali che lo permettano e dove la sicurezza non viene meno".
Ferri, Lunardi, Bianchi, ora Matteoli. I ministri dei trasporti, dal 1988 ad oggi, si sono confrontati con i limiti di velocità in autostrada, tentando di risolvere il rebus che lega la sicurezza, le prestazioni delle auto e le condizioni della rete autostradale. E gli italiani, da sempre, si dividono: da una parte i più permissivi, che guardano con invidia alle autostrade tedesche senza limiti; dall’altra i più prudenti, guidati dalle associazioni dei consumatori e da quelle che rappresentano le vittime della strada, oltre che dagli ambientalisti.
Il provvedimento di rottura, quello che accende per la prima volta il dibattito, risale al 1988 quando l’allora ministro dei trasporti Enrico Ferri abbassa drasticamente il limite da 140 km/h a 110. Un passo che fa passare l’esponente socialdemocratico alla storia e che innesca polemiche senza fine, fino a quando, sei mesi più tardi, cade il governo e il Parlamento, con il sotegno di Dc e Psi, partorisce il ‘compromesso’ all’italiana dei 130. A fine luglio del 2001, arriva l’accelerazione del ministro del centrodestra Pietro Lunardi, con la proposta di un limite a 160 all’ora in autostrada. Seguono le solite polemiche, alimentate anche dagli incidenti che caratterizzarono quel caldo esodo estivo. E non se ne fa nulla.
Nel 2006, governo di centrosinistra, è la volta del ministro Alessandro Bianchi, che punta su una modifica al contrario: propone di portare il limite da 130 a 120, prendendo a modello Belgio, Gran Bretagna, Spagna, Irlanda e Portogallo. Anche in questo caso, molte parole e nessun fatto. Oggi torna la proposta di alzare il limite a 150, seppure nei tratti a tre corsie e in presenza del tutor. A firmarla è il ministro dei trasporti Altero Matteoli che si dice favorevole alla proposta avanzata dalla Lega. La storia si ripete. Una storia che affonda le sue origini addirittura nel diciannovesimo secolo: il primo limite di velocità fu quello di 10 mph (circa 16 km/h) introdotto in Inghilterra dal Locomotive Act del 1861 (le automobili erano, in quei tempi, definite "light locomotives").