Silence di Martin Scorsese, storia delle persecuzioni di cristiani in Giappone

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Silence di Martin Scorsese, storia delle persecuzioni di cristiani in Giappone

12 Dicembre 2016

Silence, il nuovo film di Martin Scorsese racconta la storia di una missione impossibile: portare il cristianesimo nel Giappone del 1633, all’epoca delle persecuzioni dello shogunato. Due padri gesuiti, Sebastiao Rodriguez (Andrew Garfield) e Francisco Garpe (Adam Driver) partono dal Portogallo diretti in Giappone alla ricerca della loro guida spirituale, padre Ferreira (Liam Neeson). Tutti gli sconsigliano di intraprendere il viaggio, ma i due uomini partono lo stesso, forti della loro fede. 

Il Giappone che scoprono al loro arrivo ha ridotto la presenza dei cristiani alle catacombe: torture e crocifissioni, abiure e violenza diffusa. Ma il film, attraverso la particolare via crucis vissuta dai due gesuiti, mostra che un nocciolo duro del cristianesimo giapponese resiste alle persecuzioni. Alla fine del XVI secolo, l’opera di evangelizzazione condotta dai gesuiti spinse il regime imperiale alle prime persecuzioni. Il 5 febbraio 1597 ventisei cristiani (6 francescani, 3 gesuiti e 17 giapponesi) furono crocifissi. La comunità cristiana subì una seconda persecuzione nel 1613.

L’anno dopo, con un editto, si ordinò ai cristiani di non praticare più la loro religione, le 11 chiese di Nagasaki sarebbero state tutte demolite. È in questa fase che si svolge il film, l’epoca dei kakure kirishitan (“cristiani nascosti”), come venivano chiamati. Rivolte scoppiarono negli anni trenta del XVII secolo, animate dai contadini e represse nel sangue, fino all’editto del 1641 che vietata ogni forma di contatto con gli stranieri. I cristiani avrebbero creato tutta una simbologia, una ritualità, un linguaggio autonomo per proteggere la propria comunità. Bisognerà attendere i secoli successivi per riconquistare la libertà religiosa.  

Il film di Scorsese è tratto dal romanzo omonimo di Shusaku Endo edito da Corbaccio Editore. Un libro che il regista americano ha letto e riletto per anni e che, dice, ha segnato profondamente la sua vita. Del resto Scorsese, che voleva farsi prete prima di scegliere la strada del cinema, ha sempre realizzato film percorsi da una fortissima tensione religiosa, basti pensare a pellicole come L’ultima tentazione di Cristo, ma anche a film culto come Taxi Driver, in cui il protagonista, che certo non è un missionario, assume i contorni inquietanti di un messia vendicatore.