“Silvio fermi Fitto o sarà addio”

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“Silvio fermi Fitto o sarà addio”

14 Novembre 2013

Fosse per lui, il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, avrebbe già deciso: "Al Consiglio nazionale io non vorrei andare. Ma sento il dovere di confrontarmi con gli altri e decidere insieme. Però ritengo una iattura per l’Italia, per il centrodestra e per Berlusconi una crisi di sistema che porterebbe il Paese nelle mani di Renzi o peggio di Grillo. Quando si aderisce a un partito devi essere disposto ad accertarne le decisioni prese a maggioranza. Perciò, senza un chiarimento politico mi pare difficile andare al Consiglio".

E se invece Alfano decidesse di andare?

"Ovviamente ne parleremo insieme. Ci sono persone che nelle tue scelte politiche contano più di altre. Fra queste Angelino. Anche se, per me, la persona che più conta rimane Berlusconi. Alla fine, però, si decide con Ia propria coscienza".

Ma lei è considerato già fuori dal partito del Cav.

"Io sono ancora nel Pdl. Aderire a un partito è un fatto di libertà che ti arricchisce. Poi, magari, ti svegli una mattina e ti accorgi di non averne più uno. Ma è una perdita secca. Per questo, se per me ci sarà la possibilità di un patto associativo con Forza ltalia o con un nuovo partito ne sarò ben lieto".

Lei ragiona come se la scissione fosse già avvenuta, se considera Forza Italia tutt’al più un alleato.

"L’adesione a un partito è un fatto empirico e approssimativo, non un atto di fede. Se ci saranno le condizioni minime per stare insieme, molto meglio. Altrimenti, bisognerà prenderne atto".

A sentirla, la scissione pare inevitabile.

"Guardi, questo è un momento drammatico per tutti. Dire a priori ho scelto la divisione o l’unità, a prescindere dalle idee, oltreché illiberale è stupido".

Ok, ma lei ci si vede nello stesso partito con Raffaele Fitto o no?

"Rispetto quel che Raffaele pensa ed esprime. Proprio per questo, senza un intervento di Berlusconi che raddrizzi le cose, la vedo dura. La penso all’opposto di lui su quasi tutti i punti fondamentali".

Ma lei deve tutto a Berlusconi. Come può continuare a stare al governo con chi lo ucciderà politicamente?

"Questo governo è nato da un problema: l’Italia a un passo dal baratro. Sapevamo di avere visioni incompatibili col Pd sulla giustizia e sul garantismo. Oggi l’emergenza non è passata. Se si fa cadere il governo, Berlusconi non evita la decadenza e non ne avrà nessun vantaggio. Anzi…".

Se Berlusconi le chiederà di nuovo di  dimettersi, lei che farà?

"Non sono d’accordo con lui e gliel’ho detto guardandolo negli occhi. Proprio questo è uno dei punti sui quali mi pare difficile rinnovare un patto associativo con Forza Italia. Non mi pare infatti che su questo aspetto si possa stare in Forza Italia non considerando ciò che pensa Berlusconi".

Sicuro che Berlusconi vorrà ancora avere a che fare con lei in futuro?

"Se l’accordo politico non si troverà, e noi avremo la forza per un percorso autonomo nel centrodestra senza trasformarci in un insignificante centrino, sono certo che Berlusconi lo riconoscerà. La sua intelligenza e la sua generosità non sono in dubbio".

Non teme che invece il Cav. la vedrà per sempre come un traditore?

"Non sono un lealista ma sono una persona leale che dice quel pensa e, a differenza di tanti lealisti, se ne assume i rischi".

Un rischio grosso, perché voi colombe siete divise: Alfano e Lupi predicano unità, Cicchitto la rottura.

"Tattica e carattere. Sui dati di fondo la pensiamo esattamente allo stesso modo".

Alfano dice di sognare Berlusconi candidato premier nel 2015. Anche lei?

"Sì, significherebbe che è stata riconosciuta la sua innocenza: un fatto grandioso. Poi ci sarà sempre un momento nel quale anche i grandi passano il testimone. È accaduto a De Gaulle e a Churchill. Ma a deciderlo devono essere loro o gli elettori, non una sentenza ingiusta".

Bondi ha stilato le pagelle delle colombe salvando solo lei. Lei chi salverebbe dei falchi?

"Daniela Santanchè, perché tutto quello che ha detto alla fine si è avverato e perché in molti hanno cercato di scaricare su di lei l’estremismo, quando invece lei esprimeva una posizione politica dalla quale si può legittimamente dissentire, come io ho fatto. Tra i falchi è la numero uno".

(Tratto da Libero, intervista di Barbara Romano)