“Silvio non aggrega più, il declino è irreversibile. Nel 2016 saremo noi a unire il centrodestra”

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“Silvio non aggrega più, il declino è irreversibile. Nel 2016 saremo noi a unire il centrodestra”

18 Maggio 2015

ROMA. Con l’ultima scissione, quella di Raffaele Fitto, ormai Forza Italia veleggia verso un declino irreversibile. II ministro dell’Interno Angelino Alfano, che con Berlusconi ha divorziato nel 2013 per fondare il Nuovo Centrodestra, ormai pensa al futuro. Nell’immediato non vede una partnership con Fitto, ma più avanti, prima delle elezioni politiche, il matrimonio tra i due ex delfini di Berlusconi potrebbe consumarsi.

 
Ministro, come commenta l’addio di Fitto a Forza Italia? 
 
È l’ ultimo segno di un declino irreversibile e per me la cronaca di un film già visto, la conferma che ho fatto bene trovare la forza e il coraggio di non credere alla rinascita di Forza Italia, dopo la chiusura del Pdl, e fondare un movimento politico per il bene dell’Italia quando il presidente Berlusconi era al 29%, e non al 12, e quando c’era in ballo destino del Paese che senza il nostro gesto sarebbe finito nelle mani di Grillo.
 
Prima Fini e Casini, poi lei e ora Fitto, orinai in tanti hanno abbandonato Berlusconi: la sua storia politica è al capolinea? 
 
Non è nel mio stile esprimere giudizi personali. Il punto vero è che Forza Italia continua ad espellere i suoi, continua a vivere emorragie e non è più in grado di aggregare. La nuova legge elettorale invece ha bisogno di capacita di unire. Per dirla con il cantautore, l’Italicum necessita e presuppone per certi versi un centro di gravità permanente attorno al quale costruire un’aggregazione ampia capace di sfidare il Pd. Noi con  Area popolare ( Ncde Udc, ndr) ci stiamo provando».
 
Vede Io spazio per avvicinarsi a Fitto? 
 
In Puglia non abbiamo trovato alcuna difficoltà a sostenere lo stesso candidato ( Schittulli, ndr ) che peraltro condivide il progetto di Area Popolare. A livello nazionale mi pare che le prospettive siano invece diverse: la nostra è di chi da dentro il governo realizza cose di centrodestra. Quella di Fitto invece è una prospettiva di opposizione rigida. Noi stiamo costruendo l’area popolare e lui esce dal Partito popolare europeo. In questo momento le nostre sono posizioni davvero distinte.
 
In futuro, quando la vostra esperienza di governo volgerà al termine, potrete ravvicinarvi? 
 
Il mio progetto guarda più lontano rispetto a questo momento e a questo governo, e dunque arriverà il momento in cui le forze alternative alla sinistra che non vogliono stare sotto Salvini dovranno applicare al meglio l’Italicum: questo significa costruire un polo capace di sfidare il Pd al ballottaggio.
 
Quando vede questo momento?
 
 Credo che dopo il referendum costituzionale del prossimo anno occorrerà entrare nel merito e cominciare a organizzarsi quando mancherà ancora un anno e mezzo dal voto.
 
È convinto che si voterá nel 2018 e non prima? 
 
Sì e sono anche convinto che le ricette di centrodestra che siamo riusciti a far applicare dal governo facciano il bene del Paese. Oltretutto queste elezioni regionali danno un segnale chiaro della nostra coerenza politica: non abbiamo fatto accordi con il Pd in nessuna regione a conferma che stiamo al governo con Renzi solo per questa fase e per fronteggiare questa emergenza. In cinque regioni su sette abbiamo candidato o stiamo sostenendo protagonisti del territorio e leader di movimenti civici con cui si potrà costruire il progetto del domani. Da Tosi a Ricci, da Spacca a Lamioni fino a Schittulli sono tutte persone espressione di un mondo che non vuole entrare nel Pd e non accetta argomenti e toni di Salvini. Questo è un esperimento di costruzione nella grande prateria che c’è tra Renzi e Salvini che dimostrerà che valiamo più di quello che i sondaggi ci hanno fin qui attribuito». 
 
Anche Berlusconi pensa di ricostruire il centrodestra partendo da un nuovo Partito repubblicano. 
 
In questo momento il problema di Forza Italia non è la federazione, ma la disgregazione: difficile che possano pensare di unire gli altri.
 
A chi pensa per il futuro? 
 
Ad altri pezzi di Forza Italia piuttosto che ai tanti partiti nati al centro o a Passera? 
 
Sarà necessario coinvolgere tutti ma noi siamo un soggetto nazionale già testato alle europee per cui possiamo prendere in considerazione soggetti che esistano realmente e che abbiano già fatto il bagno elettorale: da qui al 2018 sapremo con chiarezza chi sa nuotare.
 
(Tratto da Repubblica)