Silvio non ha capito che la Russia è cambiata

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Silvio non ha capito che la Russia è cambiata

26 Marzo 2014

Silvio Berlusconi ha rivendicato con orgoglio il lavoro diplomatico svolto dai suoi governi per "includere a pieno titolo la Russia nel consesso delle democrazie occidentali". Il vertice di Pratica di Mare, la trasformazione del G7 in G8, la relazione speciale tra Roma e Mosca con la politica delle pacche sulle spalle. Tutte cose che hanno avuto un senso nel primo decennio del Ventunesimo secolo, con la minaccia, che ancora non è stata sradicata del tutto, del terrorismo islamico. 

C’è stato un tempo, dopo la fine della Unione Sovietica, in cui da più parti si è creduto che Mosca potesse rinunciare alla sua storica proiezione conflittuale verso l’Asia per rivolgersi, pacificamente, verso l’Europa e l’America, in un avvicinamento inesorabile attraverso la cooperazione economica e la sicurezza comune. Ma da qualche anno a questa parte la situazione è cambiata così tanto (si può leggere l’approfondimento di Cesare Prosperpio che pubblichiamo oggi) da spingere le diplomazie occidentali a sospendere la Federazione Russa dal G8. Una mossa "antistorica e controproducente" secondo Berlusconi.

In realtà non c’è niente di avventato nelle decisioni prese tardivamente in Olanda dai capi di Stato del G7. Il problema non è solo l’invasione della Crimea, che dopo la Georgia e la Cecenia è un altro regalo di Putin il pacificatore alla comunità internazionale. No, il pericolo è più grave. La Russia infatti è un gigante dai piedi di argilla. Le sue classi dirigenti dopo la fine del comunismo hanno prosperato fiduciose nella corruzione sapendo di poter contare sulle enormi ricchezze che derivano dalle sue materie prime. Ma gli oligarchi si sono afflosciati uno per volta, l’economia russa va male.

Come accade spesso in Stati che non sono democratici (talvolta anche in quello democratici) quando dentro un Paese l’economia va male spesso chi sta al potere ha la tentazione di scaricare all’esterno le colpe di quello che accade in casa propria. I mullah atomici dell’Iran sono maestri in quest’arte della dissimulazione. Putin non sfigura: l’invasione della Crimea, le truppe russe ammassate in Transnistria, la tentazione di ripetere l’esperimento ucraino magari in qualche altro Stato Baltico.

Caro Silvio, non c’è niente di avventato nel mettere in allerta la Nato, perché forse si avvicina pericolosamente il momento in cui uno dei Paesi della Alleanza potrebbe essere minacciato. Cosa farebbe l’Italia? Se la caverebbe con un’altra pacca sulla spalla o rispetterebbe le regole del Patto atlantico?