“Silvio non voleva rompere, lo hanno costretto”
16 Novembre 2013
"Davvero non potevo fare di più". A sera, quando i giochi sono fatti e la scissione ormai è dichiarata, Gaetano Quagliariello, il vero regista dell’operazione stabilità, è lungi dal cantare vittoria. "Non è un successo per nessuno, quello che è accaduto", sospira.
Ha paura ministro?
"Ho la coscienza a posto, la coscienza di chi ci ha creduto fino all’ultimo".
A evitare la scissione?
"Alle 17:30 sono uscito da Palazzo Grazioli avendo in mano un documento concordato e approvato da Berlusconi".
Che diceva?
"C’era scritto che anche nella eventualità di un voto sulla decadenza, non si sarebbe aperta la crisi di governo e che il nuovo partito sarebbe stato organizzato per aree politiche omogenee".
Sta dicendo che Berlusconi alle cinque e mezza aveva accolto tutte le richieste dei governativi?
"Assolutamente. Poi però è andato a sentire gli altri che gli hanno detto di no ed è stato costretto a fare marcia indietro".
Cioè, detta brutalmente, l’ex premier alla fine ha fatto quello che gli ha detto di fare Fitto?
"Questo non sta a me dirlo. Ha provato a sentire le nostre ragioni tanto da farle sue. Purtroppo era troppo tardi".
Troppo tardi per evitare di schiantarsi contro un muro?
"E’ tutto da vedere chi si schianterà alla fine. E’ più facile, ne sono assolutamente consapevole, che ci schiantiamo noi, non loro".
Effettivamente ai lealisti resta il brand Berlusconi, il denaro, l’organizzazione.
"Hanno il percorso spianato, noi abbiamo deciso di metterci in gioco completamente anche con un nuovo nome".
Ha paura, ministro?
"Ho provato una grande sofferenza, ma prima, settimane fa. Oggi provo solo una grande tranquillità e ringrazio Dio di avermi dato la forza di essere l’ultimo a trattare con Berlusconi e di uscire con un accordo fatto per salvare l’unità del Pdl. Se altri l’hanno vanificato, non ho nulla da rimproverarmi".
C’è qualcuno che è rimasto con la nuova Forza Italia per cui le dispiace maggiormente?
"Ci sono scelte che continuo a non capire. Penso a Mariastella Gelmini, a Mara Carfagna, allo stesso Fitto. Ma gli amici veri, quelli a cui mi sento più vicino, hanno tutti condiviso la nostra scelta".
Letta l’ha chiamata in queste ore?
"No, assolutamente. Si è tenuto rigorosamente fuori da tutta questa vicenda e l’ho interpretato come un atto di grande sensibilità".
Come vi collocherete adesso in Parlamento?
"Daremo vita ai nuovi gruppi. Ci chiameremo Nuovo Centrodestra. Partiamo da zero, orgogliosi della nostra decisione e pronti a usare la nostra unica forza che sono le idee e la coerenza".
Ma l’idea è restare alleati, seppure da fuori, della nuova Forza Italia, secondo quel modello gollista che lei in passato tante volte aveva evocato?
"Più che mai. E’ quello che ho detto a Berlusconi quando ci siamo salutati".
E lui che le ha risposto?
"Mi ha abbracciato".
(Tratto da Il Messaggero. Intervista di Barbara Jerkov)