Sindaco di Brindisi si dimette, Emiliano: “Pd non compatto su Consales”
07 Febbraio 2016
Bufera sul Pd in Puglia. Mimmo Consales, il sindaco di Brindisi, si è dimesso, dopo l’arresto per una presunta mazzetta di trentamila euro intascata da una impresa nell’ambito della gestione dei rifiuti. Una mossa obbligata, quella di Consales, dopo che il governatore Michele Emiliano aveva chiesto la testa del sindaco e nuove elezioni comunali. Consales è stato arrestato su mandato dei pm De Nozza e Toscani, che gli contestano la corruzione con Nubile srl., una società del settore rifiuti.
Secondo l’accusa, il sindaco avrebbe preso la mazzetta per estinguere un debito con Equitalia; in cambio avrebbe assegnato un appalto alla azienda. Ora Consales è ai domiciliari con l’accusa di corruzione continuata. Insieme al sindaco, si sono dimessi in massa anche i consiglieri che reggevano la giunta a guida Pd. I tempi per la nuova campagna elettorale si annunciano stretti, mentre anche a Brindisi arriva un prefetto, come a Roma dopo Marino. La Digos, intanto, continua a indagare. Altri documenti sono stati sequestrati nelle case degli altri due indagati della inchiesta.
Secondo indiscrezioni dal palazzo di giustizia, ci si chiede in che modo Consales sia riuscito ad attribuire l’appalto pochi giorni dopo il suo insediamento (c’era una informativa antimafia della Prefettura di Milano su Daneco, la società garante). Occhi puntati anche sul biostabilizzatore della Nubile, un impianto che ora viene descritto come obsoleto e che avrebbe trattato i rifiuti violando le norme del settore. Mezzo miliardo di euro all’anno il danno stimato per Brindisi. L’inchiesta si regge su un testimone chiave, ex collaboratore di Consales, un giornalista di Mesagne nello staff del sindaco, coinvolto nella indagine e che ha mosso le accuse al sindaco, raccontato la sua versione ai magistrati.
"Sapevamo che c’era un problema con Consales sui rifiuti e sull’urbanistica. L’ex segretario del partito di Brindisi aveva chiesto le dimissioni dei due assessori del Pd competenti, Luperti e Monetti, ma il sindaco Consales aveva respinto la richiesta. Il segretario cittadino si era dimesso. E io avevo nominato un commissario, la bravissima Sandra Antonica, che ha reiterato la richiesta. E Consales niente", ha commentato il presidente di Regione pugliese, Michele Emiliano, in un’intervista al quotidiano La Repubblica. "In questa battaglia non c’era tutto il partito compatto.
Alcuni consiglieri comunali e regionali stavano con Consales", sottolinea Emiliano, che aggiunge: "Basta leggere chi difendeva Consales quando, alcuni giorni fa ancora, mi attaccava, dicendo che volevo il male di Brindisi. C’erano consiglieri dei 5 Stelle ma anche esponenti del Pd non vicini a me. Sono soggetti che cambiano correnti da anni. Le uniche costanti e’ che sono sempre in ogni scandalo. E dall’altra parte rispetto a me… Mi risulta che anche Consales sostenesse, sicuramente millantando, di avere appoggi nella segreteria nazionale”.
"Il mio appello alle dimissioni in massa, con conseguente scioglimento del consiglio, era teso a evitare un commissariamento del Comune di oltre un anno”, dice intanto il capo dell’opposizione di centrodestra nel Comune di Brindisi, Mauro D’Attis, a proposito delle dimissioni di massa in consiglio comunale. "Le dimissioni del sindaco (preannunciate anche quelle per domani ndr) non avrebbero avuto lo stesso effetto dello scioglimento dell’assemblea", perchè "sarebbero definitive tra 20 giorni”. In pratica la decadenza del sindaco sarebbe diventata effettiva dopo il 24 febbraio e, quindi, i cittadini sarebbero stati chiamati a votare per il nuovo sindaco e la nuova assemblea nella primavera del 2017. Invece con la decadenza immediata del Consiglio si voterà a giugno.
"Per questo il mio appello era sensato”, sottolinea D’Attis parlando con la stampa. ”Diamo subito agli elettori la possibilità di scegliere la nuova amministrazione evitando un lunghissimo commissariamento. Non abbiamo potuto evitare che Brindisi occupasse i primi titoli dei giornali. Se Consales avesse ascoltato i nostri appelli e si fosse dimesso prima, avrebbe reso un servizio alla città e magari lo avrebbe un po’ ripagato rispetto a quello che è accaduto. Lo sapevano tutti quello che stava accadendo e forse ancora più lui rispetto a noi".