
Siria, 1500 morti per armi chimiche. Riprendono negoziati a Ginevra

14 Marzo 2016
di redazione
Nei 5 anni della guerra in Siria le armi chimiche sono state usate almeno 161 volte, provocando la morte di quasi 1.500 persone. Lo dice un dossier allarmante sulla Siria della Syrian American Medical. Si chiede, pertanto, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e alla comunità internazionale, di identificare e incriminare i responsabili. Il dossier riferisce inoltre che gli attacchi con armi chimiche sono in aumento e che oltre 14.500 persone sono rimaste ferite.
Il governo siriano è stato accusato di usare armi chimiche contro il suo popolo anche dopo che nel 2013 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ordinò l’eliminazione del suo programma. Lo stesso Consiglio, lo scorso anno, ha condannato l’uso di sostanze chimiche tossiche come il cloro. Il dittatore Assad ha sempre respinto le accuse.
Nel frattempo a Ginevra sono ripresi, oggi, i negoziati indiretti tra il regime siriano e l’opposizione. E’ prevista la mediazione delle Nazione Unite, per mettere fine alla guerra in corso dal marzo 2011. L’inviato dell’Onu per la Siria, de Mistura, ha voluto precisare che i colloqui non si prolungheranno per più di 10 giorni e che l’agenda prevede la discussione di un nuovo governo inclusivo, una nuova Costituzione e nuove elezioni, con l’obbiettivo di portare i siriani alle urne entro 18 mesi dall’inizio dei negoziati.
Secondo una fonte vicina ai negoziati i curdi potrebbero anche essere invitati a partecipare ai colloqui di riconciliazione siriani: “Russi e americani hanno già concordato la partecipazione dei curdi ai colloqui di Ginevra. De Mistura avrà bisogno di soddisfare il desiderio delle parte e la decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazione Unite. Credo che i curdi saranno invitati per la fine di questo giro”. Solo ieri, i ministri degli esteri di Stati Uniti, Italia, Francia, Germania e Regno Unito a Parigi hanno accusato Damasco di voler “far fallire il processo negoziale”.