Siria, Aleppo: fuori Al Nusra, pressing su Assad e Russia per tregua

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Siria, Aleppo: fuori Al Nusra, pressing su Assad e Russia per tregua

Siria, Aleppo: fuori Al Nusra, pressing su Assad e Russia per tregua

08 Dicembre 2016

In Siria continua l’avanzata dalle truppe di Assad nella città di Aleppo, riconquistata in buona parte dopo un lungo assedio. La truppe governative della Siria, con appoggio dei russi, al momento controllerebbero l’80 per cento della città. Secondo la tv libanese al Manar, il gruppo Al Nusra, considerato terrorista dal regime di Damasco, oggi avrebbe lasciato Aleppo, attraverso il corridoio settentrionale verso la strada di Kastelo. Al Manar è una tv affiliata al gruppo sciita Hezbollah, alleato del governo siriano di Bashar al Assad.

Sempre secondo al Manar, le truppe lealiste di Damasco si stanno preparando per l’assalto finale all’ultima roccaforte dei ribelli nel centro di Aleppo, bersagliato anche oggi da pesanti bombardamenti aerei. Per Assad la vittoria delle forze governative siriane ad Aleppo rappresenterebbe “un punto di svolta significativo”, ma non necessariamente la fine del conflitto in Siria giunto quasi al suo sesto anno. “La guerra in Siria non finirà fino a quando il terrorismo non sarà eliminato”, ha detto Assad in un’intervista al quotidiano locale al Watan. Aleppo è “l’ultima speranza” per “i terroristi” di rovesciare il governo di Damasco, ha aggiunto il presidente siriano.

“Aleppo offre ai terroristi e ai loro sostenitori il vantaggio di essere vicini alla Turchia“, sottolinea con una punta di veleno Assad. Con la conquista della città del nord della Siria, per Assad, “i terroristi e i paesi che li sostengono sono privi di qualsiasi carta da  giocare”. L’ipotesi di una tregua? “Non ci sono tregue”, dice il presidente. “Gli americanie insistono per una tregua perché i loro delegati, i terroristi, sono in una posizione difficile. Ecco perché piangono, si lamentano e supplicano una tregua che costituisce il loro unico tipo di discorso politico”.

Gli incontri a porte chiuse tra il segretario di Stato Usa, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, tenuti ad Amburgo a margine della riunione ministeriale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) non hanno portato ad alcun progresso su una tregua in Siria. “Le parti hanno concordato la necessità di riprendere i colloqui intra-siriani sotto gli auspici dell’Onu il prima possibile. Lavrov ha sottolineato il fatto che una risoluta lotta ai gruppi terroristi è una pre-condizione per tale accordo”, si legge in un comunicato stampa diffuso dal ministero degli Esteri russi.

Ma nel momento in cui davvero il Fronte al Nusra dovesse ripiegare del tutto, forse il dialogo a livello internazionale potrebbe riprendere. Un nuovo incontro tra Kerry e Lavrov dovrebbe tenersi a Parigi nel fine settimana.

Canada, Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti hanno condannato ieri “le azioni del regime siriano e dei suoi sponsor stranieri, in particolare la Russia”, chiedendo in una dichiarazione congiunta un immediato cessate il fuoco. “Un disastro umanitario sta accadendo sotto i nostri occhi. Circa 200.000 civili di Aleppo est, tra cui molti bambini, non possono ricevere cibo e medicine. Aleppo è sottoposta a bombardamenti e attacchi di artiglieria quotidiani da parte del regime siriano, sostenuto da Russia e Iran”, dice una nota congiunta. Canada, Gran Bretagna e Paesi Ue chiedono dunque un immediato cessate il fuoco per consentire alle Nazioni Unite di garantire assistenza umanitaria alla popolazione di Aleppo est e di fornire aiuti umanitari a coloro che sono fuggiti.