Siria, Assad: abbiamo armi chimiche. Le scoprirà l’Onu…

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Siria, Assad: abbiamo armi chimiche. Le scoprirà l’Onu…

10 Settembre 2013

L’accordo presentato dalla Russia, con la Siria pronta a rinunciare al suo arsenale chimico e delle armi di distruzioni di massa, è stata la ciliegina sulla torta dell’inconcludenza occidentale verso Damasco. A Washington probabilmente qualcuno avrà tirato un gran sospiro di sollievo considerando che il voto per lo "strike" chiesto da Obama rischiava di finire impantanato al Congresso. Ma quanto è credibile lo smantellamento militare promesso da Assad e garantito da Putin? Non conosciamo i dettagli del piano "preciso e concreto" – parola del Cremlino – che il regime di Damasco sarebbe pronto a mettere in atto. Quello che sappiamo è che le armi non verranno consegnate ma saranno gli ispettori onusiani a controllarle ed eventualmente distruggerle in Siria. Peccato che Assad, che per inciso ha ammesso di averle, le ha distribuite su un territorio molto vasto, un territorio che in questo momento è un campo di battaglia. L’Onu sarà in grado di gestire una soluzione del genere o faremo la fine di Sarajevo? Del resto non si sa neppure quante e quali e dove sono le armi di cui parlano russi e siriani. E ancora, se comunque Assad e Putin si sono resi conto che il Congresso Usa non è proprio felicissimo di benedire il raid, che interesse avrebbe Damasco a disfarsi del suo arsenale considerando che il pericolo di un attacco si sta allontanando ogni giorno che passa? Grazie al "bargain" di Mosca, la verità è che Assad rafforzerà ulteriormente la sua posizione, continuerà a massacrare il suo popolo, e si terrà le sue armi chimiche.