Siria, Bonino: serve conferenza di pace. Meglio la no-fly zone
22 Giugno 2013
Il ministro degli esteri, Emma Bonino, è convinta che l’unica soluzione del conflitto in Siria è la conferenza di pace di Ginevra 2. Bonino lo dice al termine dell’incontro degli "Amici della Siria" a Doha, in Qatar. La riunione ha confermato il sostegno alla opposizione siriana – la Coalizione Nazionale – a patto che i ribelli si diano una leadership più stabile e strutturata. "Incoraggiare l’opposizione siriana ad assumere una leadership politica con una composizione più stabile", dice Bonino.
Gli Usa di Obama confermano gli aiuti militari promessi, "supporto sul terreno", "un aiuto urgente in materiali ed equipaggiamento", tutta la pressione affinché la conferenza di Ginevra si faccia. Secondo il segretario di Stato, Kerry, è necessario riequilibrare le forze sul campo. Ma il ministro degli esteri inglese, Hague, ha detto che la Gran Bretagna non ha ancora preso decisioni in materia. Il premier del Quatar, lo sceicco Hamad Bin Jassem Al-Thani, sostiene che l’unico modo di aiutare i ribelli è "fornire armi a chi combatte il regime di Damasco". Aggiungendo che i Paesi "Amici della Siria" hanno preso "decisioni segrete" per aiutare i ribelli. Dall’altra parte c’è la Russia di Putin, convinta che armare i ribelli, soprattutto di armi pesanti, significherebbe rafforzare quel vasto fronte della "resistenza" che in realtà ha una matrice qaedista.
Il pericolo delle infiltrazioni terroristiche nell’opposizione agli Assad c’è, inutile negarlo, come ha dimostrato il crepuscolo delle primavaere arabe in Egitto o peggio ancora il vuoto di potere libico. Ma nessuno dovrebbe dimenticare che la Siria è sempre stata una delle peggiori dittature del Medio Oriente, che ha sponsorizzato il terrorismo e gli attacchi alle truppe americane in Iraq, Libano, contro Israele, e oltre. Dal marzo del 2011, centinaia di migliaia di innocenti sono stati ammazzati senza pietà dal boia Assad che continua a bombardare senza pietà le principali città del Paese. In realtà, la Conferenza di Ginevra stessa è un prendere tempo (speriamo non una perdita di tempo), di fronte a quella che sarebbe l’unica soluzione rapida della guerra civile siriana, un intervento diretto degli Usa con i loro alleati sul campo. Magari anticipato da una no-fly zone sulla Siria che tolga al regime il predominio sui cieli. Un intervento necessario proprio a evitare che Al Qaeda cannibalizzi la ribellione siriana. Non sembra questo l’indirizzo diplomatico degli Amici della Siria.