Siria, cacciare via Assad? Non riusciamo a farlo neanche dall’Unesco

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Siria, cacciare via Assad? Non riusciamo a farlo neanche dall’Unesco

09 Marzo 2012

Aiuti umanitari ai ribelli feriti? Forse l’intervento armato necessario per far cessare l’immensa strage di Bashar Assad? Ma per carità. Se chiedete all’Unesco, la raffinata istituzione dell’Onu «per l’educazione, la cultura e la scienza» avrete un’immagine magnificata dell’impotenza delle istituzioni internazionali. Assad non si tocca nemmeno con un fiore.

Ieri la risoluzione sulla Siria in calendario, nonostante gli sforzi americani e inglesi, ha mantenuto la Siria nel comitato per i diritti umani: così fra un assassinio e l’altro, compresi i bambini, Assad aiuterà il mondo a difendere i deboli e i discriminati. Nel novembre l’Unesco aveva eletto la Siria nel comitato, e UN Watch aveva lanciato una campagna per rovesciare la folle scelta. Ma fino a ieri non era riuscita a ottenere un dibattito. Ora ce l’ha fatta con l’aiuto americano e inglese, ma si è dovuto constatare che la richiesta di cacciare il regime dal gruppo per i diritti umani era stata cassata dalla risoluzione, restava solo una blanda condanna.

Ecco un ulteriore segnale del marcio che regna in un’organizzazione che non ha mai condannato la cancellazione della cultura cristiana in Armenia a opera della Turchia e dell’Azerbaijan, che ha cooptato unilateralmente la «Palestina», che ha tenuto una conferenza su Gerusalemme invitando tutti Paesi arabi ed escludendo Israele, che ha rifiutato di menzionare la Shoah per il cinquantenario dell’Onu, che ha dichiarato beni islamici la tomba di Rachel e la tomba dei patriarchi di Hevron… si chiama pregiudizio, odio, politicastra che ora copre un dittatore di cui tutto il mondo, fuorché l’Iran, non sa più che fare. Si chiama Unesco, protettore della cultura mondiale.

(tratto da Il Giornale)