Siria, Kerry: “Valutiamo sanzioni contro Russia”. Putin: “Sono controproducenti”. GB, Germania e Francia con gli Usa
16 Ottobre 2016
Il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson hanno rilanciato la prospettiva di nuove e più dure sanzioni economiche contro la Russia se non cesserà i raid contro la martoriata città siriana di Aleppo. Per fermare la carneficina in Siria la strada da seguire è quella della diplomazia, perché le cancellerie occidentali “non hanno fame di guerra”.
Alla riunione di Londra hanno partecipato i ministri degli Esteri di Francia e Germania e i rappresenti diplomatici di Ue e altri sei Paesi.
L’ipotesi di una no-fly zone sulla Siria, evocata nelle settimane scorse proprio dal ministro inglese Johnson, non appare percorribile né ha trovato il consenso degli alleati. Ma, dopo la debacle delle quattro ore di colloqui ieri a Losanna tra Kerry e Lavrov, è giunto il momento di “aumentare la pressione” sulla Russia. “Stiamo valutando l’imposizione di nuove sanzioni contro Mosca”, ha dichiarato Kerry nella conferenza stampa al numero 11 di Downing Street.
Un’ipotesi auspicata anche da Angela Merkel, secondo il Frankfuter Allgemeine, che cita fonti vicine alla cancelliera tedesca, secondo le quali Merkel vuole fare pressioni in questo senso al prossimo summit Ue di giovedì e venerdì.
Parlando con i giornalisti russi a margine del vertice Brics in India, Putin ha voluto dire la sua sul cyber–attacco messo a punto da un team di esperti della Cia come ritorsione alle interferenze hacker dei russi nel processo elettorale americano. Ha negato di volersi impicciare delle elezioni altrui, salvo poi definire la Clinton “aggressiva” nei confronti di Mosca e Trump aperto alla “cooperazione”.
“Minacciando la Russia di scatenare un attacco hacker, gli Stati Uniti ammettono per la prima volta di essere coinvolti in questo genere di attivita’”, sono state le parole del presidente russo, che ha definito tali azioni contrarie alle “norme internazionali”.
Il leader del Cremlino ha voluto inviare un messaggio a Washington anche sulle sanzioni: “Sono controproducenti e non ottengono alcuno scopo”, ha avvertito, accusando gli Usa di non voler veramente risolvere la crisi in Siria ma solo “arginare la forza della Russia”. Parole arrivate prima della conferenza stampa di Kerry e Johnson. Ad ogni modo Obama “non esclude nulla” per mettere fine “all’assedio terribile, medievale di Aleppo”. Un “crimine contro l’umanita’”, nelle parole del segretario di stato americano. Tuttavia, “in Europa non c’è fame di guerra e quindi stiamo proseguendo sulla strada della diplomazia”.
In questo contesto, l’unica arma a disposizione delle potenze occidentali è un inasprimento delle sanzioni contro Mosca. “Ci sono molte sanzioni che stiamo prendendo in considerazione incluso misure extra contro il regime (siriano) ed i loro sostenitori” ha detto Johnson sottolineando che si tratta di “cose che alla fine morderanno (la carne, ndr) di quanti si stano macchiando di questi crimini e che dovrebbero pensarci subito” prima di persistere nella loro strategia.
Il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault ha insistito sul punto che porre fine ai bombardamenti su Aleppo ha la precedenza sui negoziati: “Abbiamo acclarato che il regime (siriano) grazie al sostegno russo ha altri obiettivi. Noi siamo sempre pronti a parlare con i russi e con gli iraniani (i due grandi alleati di Assad, ndr) ma domandiamo come precondizione che fermino i raid aerei”.