Siria, lo strappo di Hollande con Putin è un favore a Erdogan

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Siria, lo strappo di Hollande con Putin è un favore a Erdogan

12 Ottobre 2016

È “senza precedenti” per le relazioni bilaterali russo-francesi l’annullamento della visita di Vladimir Putin da Francois Hollande e questo prelude a tempi durissimi: “potrebbe accelerare la formazione della coalizione occidentale contro la politica russa in Siria e, insieme con gli Stati Uniti, potrebbero entrare i principali paesi europei, fino a poco tempo fa chiamati al dialogo con Mosca”. Così il quotidiano russo Kommersant, citando fonti informate dei fatti spiega “l’intrigo che circonda la visita di Vladimir Putin a Parigi”. 

Un clima da Guerra fredda che mette il rinnovo delle sanzioni occidentali contro Mosca non più in relazione al conflitto congelato in Ucraina, ma alla situazione siriana. “Il comportamento del signor Hollande è sgradevole a noi e non è chiaro”, dice la fonte a Kommersant. Mosca considera “inaccettabile” l’accaduto,
data la posizione di partenza di Parigi a favore del dialogo tra Putin e Hollande, con il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault, che alla fine della scorsa settimana ha visitato Mosca per trovare un compromesso sulla Siria.

Kommersant inoltre annota: “Ricordiamo che nel bel mezzo della crisi internazionale in relazione agli eventi in Ucraina è stato il presidente Hollande che ha ripetutamente cercato di prendere l’iniziativa nel dialogo con Mosca, quando gli sforzi dei suoi colleghi occidentali erano giunti a un punto morto. È per questo che ha guadagnato una reputazione come leader europeo, non pronto a seguire incondizionatamente la politica dell’amministrazione Obama, che richiede agli alleati europei pieno coordinamento della politica russa con Washington”. 

Ora, però, il rifiuto effettivo di Francois Hollande di comprendere e accettare la logica di Mosca “può accelerare il processo di formazione della coalizione occidentale contro le azioni della Russia in Siria. In questa coalizione informale emergente, insieme con gli Stati Uniti possono entrare le maggiori potenze europee, in precedenza a favore del dialogo con Mosca”.

Secondo il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, in una conferenza a Berlino, “Oggi, l’unica opzione per noi è quella di estendere le sanzioni, altrimenti sarebbe la resa”, ha avvertito Tusk. Secondo Tusk, “molti politici hanno fatto un errore tipico dell’Europa occidentale”, accettare di condurre un dialogo con la Russia per risolvere il conflitto in Siria. E a commento di tali dichiarazioni, Kommersant scrive: “In precedenza, i leader europei hanno posto in avanti come condizione per l’abolizione delle sanzioni antirusse, la realizzazione dell’accordo Minsk sul Donbass e la crisi Ucraina, ora l’estensione delle sanzioni non è più associata con la situazione in Ucraina, ma con la politica di Mosca in Siria”. 

C’è poi l’elemento turco, ossia il riavvio di rapporti tra Mosca e Ankara. Un esperto fa notare a Kommersant che la visita a Parigi è stata cancellata subito dopo la visita a Istanbul e colloqui con Recep Tayyip Erdogan. Il fatto che nei negoziati di Istanbul, il presidente turco si sia astenuto dalle critiche alle operazioni russo-siriane ad Aleppo, può servire come un’altra prova che i due leader hanno raggiunto accordi su alcuni dietro le quinte in Siria, annota il giornale russo. Ma Mosca difficilmente può contare sul fatto che il volto del presidente Erdogan rappresenterà un affidabile alleato a lungo termine in questione siriana. Attualmente quella con Ankara viene definita un’alleanza “situazionale”.