Siria, Obama aspetta il Congresso ma non potrà rimandare ancora
01 Settembre 2013
Il presidente Obama ha detto che "gli Usa effettueranno un intervento armato limitato in Siria senza truppe sul terreno", perché il presunto attacco con armi chimiche del 21 agosto scorso è stato il crimine peggiore del XXI secolo. "Un assalto alla dignità umana", lo ha definito il Presidente. Poi ha aggiunto che "mi sto preparando a dare l’ordine" ma che prima di darlo vuole che il Congresso si riunisca e dica la sua. Dopodichè, "tra una settimana o un mese" l’ordine potrebbe arrivare. Ora, a parte il fatto che a questo punto il regime di Assad è più che pronto alla "rappresaglia" annunciata oggi, le parole di Obama sembrano il manifesto del suo paradigma dell’incertezza. Obama ha spiegato di avere l’autorità per ordinare l’attacco ma nello stesso tempo vuole che ad autorizzarlo sia il Congresso. Ha fatto capire che fermare subito un regime barbarico che usa il gas è un atto morale, ma si è preso un’altra settimana di tempo davanti a un nemico che in una manciata di ore ha presumibilmente gasato centinaia di persone, bambini compresi. E che succederà se il Congresso, come è avvenuto per Cameron in Gran Bretagna, dovesse votare "no", Obama userà comunque la sua autorità? Chi lo sa. Intanto il Pentagono fa sapere che non ci sono fondi a sufficienza per attaccare la Siria, e prima del 9 settembre probabilmente i congressisti si troveranno a votare un rialzo del debito Usa.