Siria, Obama chiama Putin ma problema è Turchia
15 Febbraio 2016
di redazione
La Turchia «ha colpito con la sua artiglieria le postazioni dell’Esercito siriano nel nord della provincia di Aleppo». La denuncia arriva da Damasco, come sostiene Russia Today. I bombardamenti «proseguono anche oggi». Sabato Ankara ha colpito postazioni delle forze curdo-siriane, nella zona di Azaz, a nord di Aleppo. Si tratterrebbe di un «sostegno diretto al terrorismo» da parte della Turchia, afferma Mosca.
La lettera alle Nazioni Unite. L’agenzia di stampa di Stato siriana Sana ha pubblicato le accuse ad Ankara contenute in una lettera inviata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Da questa si evince che ci sono soldati e mercenari turchi fra i 100 uomini armati entrati in Siria accompagnati da 12 pick-up con armi automatiche. «L’operazione di rifornimento di munizioni e armi continua tramite il varco di Bab al-Salama verso la zona siriana di Azaz», così il ministero degli Esteri di Damasco nella missiva. La tensione dunque torna a salire all’indomani della fine del vertice di Monaco, in cui si è discusso a lungo anche di Siria e durante il quale non sono mancati scambi di accuse tra Russia e USA.
La posizione di Mosca. Immediatamente la Francia ha chiesto alla Turchia di mettere fine agli attacchi in Siria, dove vengono martellate le postazioni curde, facendo eco a un appello analogo lanciato da Washington al regime di Damasco e «ai suoi alleati». Mentre i combattenti curdi in Siria hanno reso noto che non si ritireranno dalle zone recentemente conquistate nel nord del Paese, nonostante i bombardamenti turchi sulle loro posizioni, nella provincia di Aleppo.
«Noi non abbiamo mai detto che la permanenza di Assad è la questione principale in questo processo, semplicemente crediamo che al momento non c’è nessun’altra autorità legittima», ha dichiarato Medvedev. Nella stessa intervista Medvedev ha anche risposto alle minacce di Kerry su un possibile intervento di terra in Siria nel caso in cui non cessino i bombardamenti sui civili. «Queste sono parole futili, lui non avrebbe dovuto dirlo per una semplice ragione: se tutto ciò che vuole è una guerra prolungata, può compiere operazioni di terra e qualunque altra cosa. Ma non provi a spaventare nessuno», ha tuonato il premier russo.
Telefonata Russia-USA. Nel frattempo, in una telefonata, il presidente statunitense Obama ha chiesto a Vladimir Putin di fermare i bombardamenti contro l’opposizione siriana. È questa la versione americana del colloquio telefonico che il presidente degli Stati Uniti ha avuto con il capo del Cremlino. Il presidente Obama avrebbe enfatizzato l’importanza per la Russia di giocare ora un ruolo costruttivo nel porre fine alla campagna aerea contro le forze dell’opposizione moderata in Siria.