Siria, Papa: fermate rumore delle armi. Cristiani nelle catacombe
25 Agosto 2013
di redazione
Nell’Angelus di ieri Papa Francesco ha voluto ricordare, "con grande sofferenza e preoccupazione" la crisi in Siria. "L’aumento della violenza in una guerra tra fratelli," ha detto il Pontefice, "con il moltiplicarsi di stragi e atti atroci, che tutti abbiamo potuto vedere anche nelle terribili immagini di questi giorni, mi spinge ancora una volta a levare alta la voce perché si fermi il rumore delle armi". Un riferimento diretto alla (presunta ma ormai mica tanto) strate con le armi chimiche. "Non è lo scontro che offre prospettive di speranza per risolvere i problemi, ma è la capacità di incontro e di dialogo", ha detto Francesco seguendo quella che è la posizione ufficiale della Chiesa in tanti conflitti. E ancora un invito alla comunità Internazionale "perché si mostri più sensibile verso questa tragica situazione e metta tutto il suo impegno per aiutare la cara nazione siriana a trovare una soluzione ad una guerra che semina distruzione e morte". Al meeting di Cl, il capo degli armeni cattolici Antranig Ayvazian, ha parlato di "cristianesimo catacombale", "Tutte le nostre chiese in diverse città della Siria sono distrutte, i fedeli vengono da me nella notte per ricevere i sacramenti". Come pure ricordiamo il rapimento di Padre Dall’Oglio, che negli anni ottanta aveva rifondato in Siria la comunità monastica cattolico-siriaca Mar Musa, erede di una tradizione che risale al VI secolo.