Siria, raid chimico fa strage di bambini. Damasco nega. Ma la Francia chiede vertice Onu

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Siria, raid chimico fa strage di bambini. Damasco nega. Ma la Francia chiede vertice Onu

04 Aprile 2017

“L’umanità oggi è morta in Siria”. Il grido di dolore di Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, sta facendo rapidamente il giro del web. Forse perché la sua è la frase che rappresenta meglio le dimensioni della tragedia in atto in Siria. Questa mattina un raid aereo con gas tossici è stato lanciato contro Khan Sheikhun, città nella provincia nord-occidentale di Idlib, sotto il controllo dei ribelli contrari al regime di Assad. Le prime immagini diffuse dai luoghi dell’attacco sono a dir poco raccapriccianti: ovunque persone distese per terra, bambini boccheggianti o in preda a convulsioni, ambulanze e squadre di soccorso all’opera per salvare il numero più alto di vite. Un primo bilancio parla di almeno 58 morti, tra i quali – secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani – circa undici bambini. Ma sono numeri ancora provvisori.  

Alcuni medici parlano di oltre cento morti, molti dei quali proprio bambini. Anche perché i raid lanciati, secondo i volontari delle organizzazioni internazionali, sono diversi ed hanno colpito ospedali e zone residenziali. Quanto alle cause, i medici ora non hanno dubbi:  si tratta di attacco chimico compiuto con gas sarin o con sostanze simili, bandite a livello internazionale, che aggrediscono il sistema nervoso. E a confermarlo sarebbero proprio i sintomi dei sopravvissuti  che presentano vomito, schiuma alla bocca e molti anche convulsioni.

Dura la presa di posizione della Comunità Internazionale. Il ministro degli Esteri della Francia, Jean-Marc Ayrault, ha chiesto un incontro di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. “Condanno questo atto disgustoso”, ha detto il ministro sottolineando che queste azioni gravi “minacciano la sicurezza internazionale”. L’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Federica Mogherini, ha puntato il dito contro il regime di Bashar al-Assad. “Oggi la notizia è tremenda”, ha detto Mogherini parlando con i media a Bruxelles a margine della conferenza Ue-Onu. “Noi europei crediamo che le responsabilità abbiano rilevanza, quindi chi ha commesso crimini di guerra deve essere chiamato a risponderne” ha proseguito. Addirittura anche il presidente turco Erdogan ha definito “inumano” l’attacco chimico in Siria, sostenendo che questo grave atto costituisce una minaccia per i negoziati di pace, parlando al telefono con il presidente russo Vladimir Putin.

Tuttavia, al momento, le dinamiche del raid sono poco chiare. La zona di Idlib è controllata da gruppi di ribelli e dai qaedisti dell’organizzazione Fatah al Sham, contraria al governo di Damasco. E proprio la Coalizione siriana, il gruppo delle opposizioni con sede all’estero, ha puntato il dito contro gli aerei governativi, accusandoli di essere i responsabili del bombardamento. Ma fonti governative respingono le accuse, definendole ‘false’ e accusando l’opposizione di voler “ottenere tramite i media ciò che non ha potuto ottenere sul campo”. Le forze siriane, ha detto una fonte dell’esercito, “non hanno e non hanno usato armi chimiche, né ora né in passato”.

Insomma, in attesa di capire chi sono i responsabili e di verificare se il regime di Assad fa buon viso a cattivo gioco cercando di nascondere l’evidenza, una cosa è certa: la comunità internazionale non può più lasciar correre e deve necessariamente trovare una soluzione per la Siria prima che sia davvero troppo tardi.