Siria, tra Usa e Russia chi se la gode è Mosca
15 Settembre 2013
di redazione
Barack Obama si dice soddisfatto dell’accordo chiuso sulla Siria con la Russia. Assad dovrà dichiarare quante armi chimiche ha e dove sono. Nel breve periodo, dovrà distruggerle. Se non lo farà, ha detto Obama, "ci adopereremo perché ci siano conseguenze se la Siria non dovesse adempiere ai suoi impegni". Ovvero la possibilità di inserire all’interno della risoluzione Onu l’opzione di un intervento militare contro il regime di Damasco. Obama ripete che, se la diplomazia fallirà, Washington è pronta ad attaccare. Ma di questo "raid" apprendiamo dal Wall Street Journal che andrà a colpire la unità 450, il famigerato gruppo di ricerca militare siriano che sovrintende il programma sulle armi chimiche. L’attacco sarebbe un segnale preciso, una punizione per aver usato il sarin. Nello stesso tempo però, gli Usa non pensano ad attacchi che "destabilizzino" la Unità 450 nel timore che essa possa perdere il controllo sulle armi chimiche stesse, dando ai ribelli una chance di impadronirsene. E qui dalle partite a scacchi della diplomazia russo-americana passiamo direttamente al cubo di Rubik.