Sismi. Rifondazione chiede commissione d’inchiesta
09 Luglio 2007
di redazione
Milziade Caprili e Giovanni Russo Spena, senatori di Rifondazione comunista, presentano un disegno di legge per istituire subito una commissione parlamentare d’inchiesta che “faccia piena luce sull’operato svolto dal Sismi negli ultimi cinque anni”.
È necessario far conoscere ai “cittadini italiani la verità e le responsabilità, singole e politiche, di quanti hanno contribuito a gettare una pesante ombra sulla nostra democrazia e sullo stato di diritto in questo Paese”. Lo annunciano in una dichiarazione congiunta il vicepresidente del Senato, Milziade Caprili, componente del Copaco e Giovanni Russo Spena, capogruppo del Prc a Palazzo Madama.
I due uomini di Rifondazione hanno presentato questa mattina un disegno di legge in cui si “prevede l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta concernente le attività svolte dal Sismi in relazione al materiale acquisito dall’Autorità Giudiziaria negli uffici di Via Nazionale a Roma”. Con una dichiarazione retorica e non priva di riferimenti al proprio partito di appartenenza affermano che“è del tutto evidente che, al punto in cui siamo, anche dopo le dichiarazioni rilasciate dal generale Nicolò Pollari, una commissione d’inchiesta risulterebbe l’unico strumento in grado di fare chiarezza. Per ottenere chiarezza, però, è necessario togliere il segreto di Stato, così come il nostro partito chiede da tempi non sospetti. Il fine dell’attività dei servizi segreti (e nello stesso tempo il limite di legittimazione), risiede proprio nella salvaguardia dell’ordinamento democratico e costituzionale e nella sicurezza dello Stato, e non certo nel garantire la stabilità di questo o quel governo, di un equilibrio politico o del potere costituito. È quindi evidente che, qualora le notizie di stampa corrispondessero a verità, le attività di monitoraggio così realizzate esulino radicalmente dai fini e dai compiti istituzionali del Sismi. Uno Stato democratico, ricordava Bobbio, s’identifica nel governo della cosa pubblica in pubblico, e la Commissione potrebbe avere proprio questa prerogativa”.