Soldati nelle strade? Il PD è contro ma gli italiani sono con La Russa
16 Giugno 2008
di Enzo Sara
Hanno deciso di giocare all’attacco, ma rischiano di collezionare un’impressionante serie di autogol. Le forze politiche di opposizione sembrano impegnate a confermare e radicare il loro ruolo di minoranza nel Paese, oltre che in Parlamento. Lo testimoniano chiaramente quasi tutti i più recenti sondaggi di opinione. E, si badi bene, non solo e non tanto quelli che puntano a monitorare il gradimento di schieramenti e partiti: da questo punto di vista la sensibile, ulteriore crescita del vantaggio virtuale registrato dalla coalizione di governo potrebbe rientrare in una fisiologica "luna di miele". Ma è sui singoli temi, sulle questioni specifiche e sulle concrete iniziative dell’esecutivo guidato da Berlusconi che i moniti, gli allarmi e gli anatemi di Pd, Idv e Udc sembrano andare in chiara controtendenza rispetto alle attese e alle idee della gente.
L’ultimo e più clamoroso esempio è rappresentato dalla decisione di inviare i soldati a pattugliare le strade delle grandi città. Ebbene, il sondaggio appositamente lanciato da Sky Tg24 ha fornito un verdetto a dir poco eloquente: l’82% degli Italiani si trova d’accordo con il provvedimento annunciato. Certo, i sondaggi vanno maneggiati con cautela e non possono essere considerati alla stregua di verità rivelate. Tanto più che, nel caso in questione, gli stessi promotori avvertono che le rilevazioni effettuate non hanno valore statistico e non sono basate su un campione elaborato scientificamente. Ciò nondimeno, si tratta pur sempre di un termometro da non trascurare o sottovalutare. Anche perché le dimensioni plebiscitarie e il responso "bulgaro" dovrebbero far riflettere chi abbaia alla luna e si batte con energia degna di miglior causa a sostegno di una tesi largamente minoritaria. Peraltro, proprio a proposito dei militari, l’annuncio di presìdi nei siti destinati a discarica in Campania fu accolto con polemiche e dissensi anche aspri. Ebbene è di ieri la notizia secondo cui nell’unico sversatoio aperto recentemente, quello di Savignano in Irpinia, i controlli dei militari destinati alla sorveglianza dell’impianto hanno bloccato un carico di rifiuti con tracce di scorie radioattive (dovute probabilmente alla presenza di scarti ospedalieri). Una significativa dimostrazione del fatto che il piano-rifiuti tracciato dal governo e portato avanti dal sottosegretario Bertolaso funziona, contemperando garanzie ed efficienza, fermezza e trasparenza.
Chiusa parentesi. Tutti i sondaggi effettuati dall’inizio del mese di giugno e provenienti dalla stessa fonte (Sky Tg 24, mica la vituperata Retequattro di Emilio Fede) risultano favorevoli alle iniziative del governo. Con una sola eccezione: la proposta sulle intercettazioni è stata considerata dal 57% una "norma salva casta" e dal 43% una norma-tutela. Una sostanziale spaccatura, che peraltro risale a prima che fossero annunciati gli esatti contorni del disegno di legge e cioè a quando si parlava di "introdurre il divieto di intercettazioni tranne che per mafia e terrorismo". Sarebbe interessante verificare nuovamente quel risultato, già contrassegnato da certo equilibrio, alla luce degli sviluppi e dei chiarimenti successivi. Per il resto, sono sempre le posizioni del governo a riscuotere consensi larghissimi e nettamente prevalenti.
Risale al 4 giugno un’altra rilevazione dall’esito inequivocabile. Il 71% dei votanti si è detto favorevole a configurare l’immigrazione clandestina come reato. E due giorni dopo, il 6 giugno, si è sfiorata l’unanimità: il 93% dei partecipanti al sondaggio si è detto d’accordo con la proposta del ministro Brunetta di licenziare chi si assenta dal lavoro fingendosi malato con falsi certificati. E perfino su una questione più discussa e controversa, come la creazione di "zone a luci rosse" in Italia, l’83% dei votanti si è detto favorevole alla proposta del ministro Maroni (7 giugno).
Dati, come si vede, su cui l’opposizione ha di che meditare. Per carità, in politica è perfettamente legittimo e normale che ognuno svolga il proprio ruolo nel rispetto delle parti assegnate dal copione. Tuttavia, un’opposizione così distante dalla sensibilità dei cittadini non può sentirsi tranquilla. Il ministro-ombra Minniti ha dichiarato: "Non si può governare assecondando le paure degli italiani". Sarà. Ma non si può fare politica arroccandosi su posizioni scarsamente condivise o addirittura bocciate dal corpo elettorale. E un governo che interpreta idee e aspettative, umori e timori della gente è un governo solido ed efficiente, sempre più legittimato a proseguire lungo la strada intrapresa.