Solidarietà. Save the Children: “Italiani generosi anche con crisi”

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Solidarietà. Save the Children: “Italiani generosi anche con crisi”

30 Ottobre 2009

Più generosi di tanti altri, determinati a impegnarsi e convinti che la battaglia per sconfiggere la mortalità infantile possa essere vinta. Sono gli italiani convinti, erroneamente, però, che per fermare la morte di milioni di bambini sotto i 5 anni ci vogliano enormi investimenti. Sono queste le principali evidenze di una ricerca di Save the Children sulla mortalità infantile, in Italia e in altri 13 paesi sia industrializzati che in via di sviluppo.

L’indagine viene diffusa oggi, a quasi un mese dal lancio della nuova Campagna mondiale di Save the Children Every One, che si propone di salvare da morte certa 500.000 bambini ogni anno di qui al 2015 contribuendo così per circa il 10% al perseguimento del quarto Obiettivo del Millennio, che prevede la riduzione di 2/3 della mortalità infantile entro il 2015. Ogni 3 secondi un bambino con meno di 5 anni perde la vita nel mondo, per un totale di oltre 24.000 bambini al giorno, quasi 9 milioni in un anno, prevalentemente nei paesi in via di sviluppo.

Sono 5 le cause di morte più frequenti: complicazioni neonatali, polmonite, diarrea, malaria, morbillo. Tutte malattie facilmente curabili e prevenibili attraverso semplici rimedi e a basso costo, come antibiotici o zanzariere. La Sierra Leone è il paese con il più alto tasso di mortalità infantile, pari a 262 bambini morti prima dei 5 anni ogni 1000 nati vivi, seguita dall’Afghanistan, con 257/1000.

“A fronte di uno scenario così drammatico, il sondaggio è motivo di ottimismo perché gli italiani ne escono come tra i più generosi, se si tratta di fare qualcosa per salvare la vita di un bambino”, commenta Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. “La dimostrazione l’abbiamo avuta proprio questi giorni con l’sms solidale al 48544 attraverso il quale stiamo raccogliendo soldi per la campagna: dal 5 ottobre ad oggi gli italiani hanno donato ad Every One oltre 800.000 euro. In tempi di crisi ci sembra un risultato davvero significativo”.