Solo con riforme serie Monti potrà risolvere il conflitto tra le generazioni

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Solo con riforme serie Monti potrà risolvere il conflitto tra le generazioni

21 Gennaio 2012

Il premier Monti, rispetto ad una classe politica che si e’ gradualmente scollegata dalla realta’, ha onesta’ intellettuale ed ha mosso una critica molto ragionata al downgrade effettuato da Standard and Poor’s. Il circolo vizioso causato da uno spead elevato causa ulteriore pressione sui conti pubblici quindi aumenta la probabilita’ di un downgrade che a sua volta spinge ulteriormente lo spread. Per uscire da questo circolo vizioso serve un’azione molto forte e la capacita’ di convincere, prove alla mano, che la via d’uscita e’ stata imboccata con decisione.

Il ragionamento del premier e’ onesto, nel senso che non nega la gravita’ della situazione in cui si trova il Paese ma ritiene che la manovre effettuare e da effettuarsi, sia a livello Italiano che Europeo, vadano nella direzione giusta e, migliorando strutturalmente sia le entrate che le uscite ed aumentando le prospettive di crescita le quali a loro volta renderanno il debito sostenibile e consentiranno una sua riduzione sostenuta nel tempo.

Chi ha sostenuto il nostro “dolce declino” negli ultimi anni, i tanto temuti investitori che hanno comprato titoli italiani i cui proventi hanno finanziato la nostra spesa pubblica fuori controllo, ha dubbi su come verranno applicate in realta’ le promesse fatte e le leggi varate negli ultimi mesi. I dubbi sono molti e la reputazione del governo italiano ed europeo non aiuta.

Il turbinio di manovre e riforme e l’incredibile numero di summit europei non convince che la situazione sia sotto controllo. Ad esempio le riforme proposte dal ministro Brunetta erano stato salutate nella City come un enorme passo nella giusta direzione, ma la loro applicazione e’ stata inefficiente a dir poco, anche a causa della autoreferenzialita’ ed impunita’ della nostra Pubblica Amministrazione.

La situazione in cui ci troviamo non e’ solo grave ma anche moralmente pessima. Il nostro “dolce declino” ha permesso al nostro sistema paese (soprattutto per quanto riguarda la parte pubblica, visto che I private si possono nascondere meno) di ignorare il piu’ possibile i grossi cambiamenti in atto, dalla globalizzazione all’utilizzo di nuove tecnologie, passando per la migrazione interna europea.

Invece di affrontare le sfide che il futuro ci parava innanzi, si e’ preferito giocare a nascondino, con una timidezza d’intenti da nobiltà decaduta. Gli esempi sono molti, dall’utilizzo di nuove tecnologie per migliorare i servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione all’offerta di un futuro sostenibile alla forza lavoro che ha perso la sfida del mercato globale (ha poco senso tenere operai per anni in cassa integrazione o reintegrarli in fabbriche che sopravvivono solo grazie all’utilizzo di fondi pubblici, la scelta moralmente ed economicamente più saggia e degna è di aiutarli a trovare un nuovo lavoro, con formazione ed ammortizzatori appropriati) e la situazione risultante è un grosso conflitto inter-generazionale, tra protetti da un diritto del lavoro che non e’ piu’ sostenibile e gli esclusi, di solito figli dei primi, a cui sono rimasti solamente i resti, e tra pensionati che ricevono piu’ di quanto hanno dato alla societa’ – dai baby pensionati in giu’ – ai giovani, che contribuiranno molto di piu’ di quello che riceveranno.

Il risultato non e’ qualcosa di cui andare orgogliosi ed i decreti annunciati non basteranno da sol – benché  la loro applicazione sara’ fondamentale – cosi’ come si spera che i dossier per ora rinviati (soprattutto quelli sulla semplificazione della struttura statale e sulla riduzione strutturale della spesa) vengano riaperti a breve. Il governo ha avuto ottime idee (pagare i fornitori dello stato con BOT e’ una soluzione eccellente). La strada e’ ancora lunga e gli interessi da toccare molti, dal nuovo contratto unificato di lavoro (una mossa di civilta’ in favore dei discriminati) ai tagli strutturali nella spesa pubblica improduttiva.

Il futuro e’ nostro, se vogliamo, ma bisogna smettere di vedere un complotto planetario nei nostri problemi ed affrontare le grosse sfide del nostro Paese con onesta’. Bacchette magiche non esistono, dalla lotta all’evasione all’ICI alla Chiesa, e dobbiamo ammettere di aver costruito un sistema che ha smesso di funzionare tempo fa. La dimensione della crisi non e’ solo economica ma morale, uno stato che chiede piu’ soldi ai cittadini e invece di usarli per ripianare i propri debiti ma per sostenere una spesa corrente eccessiva e’ simile ad un obeso che chiede piu’ soldi per andare da Mc Donald (si, molta della spesa pubblica italiana e’ moralmente simile al junk food). Per dimagrire ed evitare un rischio d’infarto bisogna mettersi a dieta e fare sport, subito.