Somalia. Ancora scontri: autobomba contro albergo, ospitava un ministro
18 Giugno 2009
di redazione
Una forte esplosione è stata avvertita poco fa nella cittadina di Beledweyn, nel centro della Somalia, a poca distanza dal confine con l’Etiopia. Secondo quanto riferisce la tv araba al-Jazeera, la deflagrazione è stata causata da un’autobomba lanciata contro un albergo della città.
Sembra che al suo interno, al momento dell’attacco, si trovassero il ministro degli Interni del governo transitorio somalo, Omar Hashi, e l’ambasciatore etiope in Somalia, impegnati in una riunione, oltre a molti ufficiali della sicurezza nazionale. Al momento non si hanno notizie sul numero di vittime, ma l’hotel è completamente distrutto.
Questa mattina, un missile ha colpito una moschea di Mogadiscio uccidendo almeno dieci fedeli riuniti per la preghiera della sera. Secondo la BBC il razzo ha colpito ieri sera la moschea al termine di una giornata d’intensi scontri fra milizie islamiche e forze governative, che hanno causato 20 morti fra cui il capo della polizia della capitale somala.
Nel frattempo anche oggi, per il secondo giorno consecutivo, proseguono i combattimenti a Mogadiscio dopo che ieri è stato ucciso il capo della polizia locale impegnato a conquistare una base militare usata dai miliziani del Partito islamico. Secondo quanto riferisce la radio somala Shabelle, i combattimenti si stanno concentrando in queste ore nella parte nord della capitale e in particolare nelle zone di Waberi e Karan.
I miliziani governativi stanno affrontando direttamente i ribelli per le strade della città, con l’intento di riconquistare la zona di Debka, ancora in mano al Partito islamico. Nella giornata di ieri, invece, gli scontri si erano concentrati nella zona sud della città. Il bilancio dei combattimenti di ieri, secondo la radio locale, è di 15 morti e 65 feriti. La maggior parte delle vittime sono civili colpiti dai razzi caduti sulle loro case. Tra loro ci sono i dieci civili uccisi ieri sera quando un colpo di mortaio dei ribelli ha colpito la moschea locale durante la preghiera.
Secondo le stime Onu, i feriti sono una cinquantina, fra cui tre giornalisti somali, e sono circa 250 le persone rimaste uccise negli scontri iniziati a maggio, mentre almeno 122mila civili sono fuggiti da Mogadiscio. Attualmente sono circa 1,3 milioni i profughi interni in Somalia.