Somalia. Buccaneer, Boniver in missione italiana nel Puntland

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Somalia. Buccaneer, Boniver in missione italiana nel Puntland

02 Maggio 2009

Mentre la pirateria somala continua gli attacchi, Margherita Boniver, inviato speciale del ministro degli Esteri Franco Frattini per le emergenze umanitarie, è oggi in Puntland (regione semiautonoma nel nord est della Somalia) per una serie di incontri al più alto livello, preceduti da altri colloqui di vertice ieri a Nairobi.

La missione mira a favorire la soluzione della vicenda del ‘Buccaneer’, il rimorchiatore italiano sequestrato nel Golfo di Aden lo scorso 11 aprile con 16 uomini d’equipaggio, tra cui 10 connazionali. La nave è ancorata al largo delle coste settentrionali del Puntland, rifugio della pirateria somala. La posizione di Boniver è molto chiara: nessuna trattativa, rilascio immediato e senza condizioni, "evitando blitz militari e senza alcun pagamento di riscatto", lo ha dichiarato da Nairobi appena rientrata dalla missione in Puntland, dove ha incontrato tra gli altri il presidente Abdurahaman Farole.

"Abbiamo espresso all’intero governo del Puntland la nostra richiesta pressante affinché i canali aperti si mettano a funzionare, per arrivare ad ottenere il rilascio" dell’intero equipaggio, ha detto definendo i colloqui con le autorità locali "lunghi e approfonditi", svoltisi in un clima di "sostanziale collaborazione".

A Nairobi Boniver ha incontrato ieri il vicepremier somalo, Sharif Hassan Sceikh Aden, ed il ministro degli Esteri Mohammed Abdullahi Omaar; per poi avere in serata un colloquio telefonico col presidente Sceikh Sharif Ahmed. "Tutti gli incontri politici si sono svolti in modo approfondito e in un clima amichevole, anche se da parte nostra con estrema fermezza: abbiamo ribadito che il rilascio dell’equipaggio è priorità assoluta". "Ma come per ogni sequestro – ha aggiunto – la situazione rimane delicatissima".

"La serie di atti di pirateria criminale in corso danneggiano non solo le vittime, ma anche la Somalia che sta tentando di uscire dal periodo di caos e instabilità che dura dal ’91. L’Italia – ha ricordato l’inviato speciale di Frattini – è pronta, come ha già dimostrato con uno stanziamento di quattro milioni di dollari deciso nella conferenza dei donatori svoltasi il 22 e 23 scorso a Bruxelles, ad aiutare questo corso, a condizione però che le autorità politiche somale riescano a ristabilire la legalità".

Intanto le due navi italiane sfuggite all’attacco dei pirati somali stanno rientrando. Il transatlantico "Melody" (991 passeggeri e 536 membri d’equipaggio; 134 gli italiani a bordo) ha attraccato oggi ad Aqaba, nel sud della Giordania. Il porta-container "Jolly Smeraldo", attaccato più di una volta, è stato raggiunto stamani dalla Fregata "Maestrale", della Marina militare italiana, che lo scorterà finchè il cargo non sarà fuori dalle acque a rischio.

Ma la filibusta somala continua ad imperversare. Almeno due attacchi (tre, secondo altre fonti) nella notte. Uno sventato: era stata attaccata la petroliera "Kition", battente bandiera di Nassau. Ma è intervenuta una nave da guerra portoghese, la Fregata "Corte Real" che non solo ha sventato l’incursione, ma ha anche arrestato 19 pirati armati di fucili mitragliatori ed esplosivo. Che però, dopo essere stati interrogati e disarmati, sono stati rilasciati.

Sequestrata, invece, tra Magagascar e Seychelles, la motonave Ariana, britannica, ma battente maltese. L’equipaggio (sembra 24 uomini) è ucraino. Voci non confermate parlano anche di un altro battello sequestrato.