Somerset Maugham, scrittore molto speciale al servizio di Sua Maestà

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Somerset Maugham, scrittore molto speciale al servizio di Sua Maestà

19 Ottobre 2008

Somerset Maugham, romanziere inglese nato nel 1874, prima di iniziare a scrivere è stato un agente segreto di Sua Maestà. Ha vissuto sulla sua pelle i pericoli che costellano il lavoro dei servizi di intelligence. Ha respirato le atmosfere sospese e cariche di insidie che si accompagnano ad ogni missione. E’ stato uno dei protagonisti delle operazioni svolte dagli inglesi in Russia nel 1917. Ha svolto un compito di grande responsabilità cercando di "impedire – come ha spiegato – lo scoppio della rivoluzione bolscevica e mantenere il paese in guerra". Ha viaggiato molto in Europa e nel mondo. E’ stato anche in Svizzera, a Lacerna, dove ha fatto i conti con lo spettro del comunismo che in quegli anni si muoveva per il Vecchio Continente. Ecco perché, in alcuni suoi libri, si avverte il clima inquieto degli intrighi internazionali. Avventure prive di una conclusione certa sempre in bilico, arricchite da eventi tragici che tengono con il fiato sospeso i lettori. La trama delle sue storie non è scritta a tavolino ma è il frutto della sua esperienza. Maugham è stato testimone di ciò che ha raccontato: i complotti che escono dalla sua penna sono dei frammenti tratti dalla sua attività di spionaggio. In realtà, subito dopo aver abbandonato l’uniforme lo scrittore inglese ha fatto rivivere sulla carta il suo passato. In tante opere ha costruito una controfigura, Ashenden, che lo rappresenta incarnando le sue storie e i suoi ricordi. Come lui è uno scrittore vissuto in Svizzera e teme i misteri dietro ai quali si nascondono gli agenti segreti e gli apparati burocratici degli Stati. Lo inquietano, soprattutto, gli elvetici di cui non riesce a fidarsi.

Attraverso Ashenden, protagonista della raccolta di racconti intitolata "Ashenden o l’agente segreto", appena pubblicata dall’Adelphi e apparsa per la prima volta nel 1928, Maugham mette in scena se stesso. "Questo libro – scrive – è basato sulle mie esperienze nel Servizio Informazioni britannico durante la Grande Guerra, rielaborate a fini narrativi". Di fatto, lo scrittore inglese, figlio di un addetto all’ambasciata britannica a Parigi dove è nato, si colloca al centro della tante vicende che descrive nelle sue pagine. E’ lui il personaggio principale che si fa strada con le opportune cautele e le necessarie distanze nel corso della narrazione. Narrazione che, inoltre, mette in luce un dato spesso trascurato nella letteratura di genere: il lavoro degli agenti segreti è, nel complesso, molto monotono e ripetitivo. "In buona parte – aggiunge Maugham – è di una straordinaria inutilità". Con l’ironia che lo ha reso famoso tanto quanto i suoi libri, Maugham rivela una verità che sorprende. Ai suoi tempi svolgere le indagini riservate comportava una fatica improduttiva. Gli agenti segreti ai quali dà corpo sono persone grigie e mediocri che non coltivano un grande amore di Patria e non conoscono fino in fondo quali sono i rischi che corre il proprio paese. Si trovano coinvolti, quasi per caso, in un affare internazionale che non sono in grado di padroneggiare spinti soltanto dai loro interessi personali. 

Il contributo che Maugham ha fornito alla letteratura gialla non è di poco conto. Alle sue opere, innanzi tutto, si sono ispirati registi di primo piano come ad esempio Alfred Hitchock. Nel 1936 il suo film "The segret agent", in Italia ‘Amore e mistero’, riproduce alcuni personaggi e situazioni desunti dalla trama del libro. In particolare, prendono forma ‘il messicano glabro’, presente in tre capitoli, e il ‘traditore’ che occupa buona parte dell’immaginario di Maugham. Ma non basta. Lo scrittore inglese rappresenta l’anello di congiunzione tra la maestria narrativa di Conrad e gli esponenti più recenti della letteratura spionistica. Esponenti di grande rilievo come Eric Ambler e soprattutto Graham Greene, autore di racconti memorabili tra i quali spiccano ‘Un americano tranquillo’, ‘Il nostro agente all’Avana’ e ‘Il fattore umano’. D’altra parte, la produzione letteraria di Maugham è ampia, articolata ed eterogenea e non si limita all’elaborazione delle spy story.

Sono tante, infatti, le opere e gli argomenti che ha trattato nel corso della sua lunga carriera. Si è dedicato alla commedia con la quale ha dipinto i costumi e le tradizioni sociali del suo tempo. I suoi romanzi hanno suscitato polemiche e reazioni contraddittorie. E’ il caso di "Uno scheletro nell’armadio", apparso nel 1930, e pubblicato in Italia dall’Adelphi. Maugham vi rappresenta una critica feroce del mondo in cui vive. Lo spunto dal quale prende le mosse è costituito dalla descrizione della vita di Edward Driffield, un romanziere di successo. La vedova vuole tramandarne la memoria cercando di proteggerla da scandali e pettegolezzi. Si affida a Alroy Kear, un agiografo di successo, nella certezza che sarà in grado di stendere un buon ritratto del marito. Eppure, i risultati non sono in linea con le aspettative. Il passato di Driffield emerge in tutta la sua cupa verità, facendo saltar fuori i suoi tanti ‘scheletri nell’armadio’. I lettori dell’epoca colsero con disappunto l’immagine artefatta e deludente di Thomas Hardy. "Quando il libro uscì – ricorda Maugham – fui attaccato in vari ambienti perché si suppose che nel personaggio di Edward Driffield avessi raffigurato Thomas Hardy. Non era stata questa la mia intenzione". Maugham, insomma, ha rappresentato l’umanità del suo tempo in ogni sua manifestazione, inquadrandone le ansie, le attese e le speranze. E’ questo il motivo conduttore del romanzo "Il filo del rasoio", apparso per la prima volta nel 1944 e considerato una delle sue opere migliori. Un giovane americano, traumatizzato dagli orrori della Grande Guerra, decide di attraversare la sua vita cogliendo tutte le possibilità che gli si presentano all’orizzonte. Appare affamato di conoscenze nuove, disposto a correre qualunque rischio pur di affermare il suo diritto alla vita e alla libertà.

Intellettuale poliedrico, ricco di inventiva, Maugham ha percorso le vie del Vecchio Continente con l’acume della spia a riposo e la freschezza di un narratore attento. Il suo primo romanzo "Lisa di Lambeth", risale al 1897. Fino al 1965, quando muore nella sua residenza sulla Costa Azzurra, Maugham si è dedicato alla letteratura sollevando interesse e curiosità. Le sue opere, tra le quali è opportuno segnalare anche "Schiavo d’amore" del 1915 sono dei punti di riferimento del patrimonio comune dell’Europa.