Sono le Banche Popolari ad aver aggredito meglio la crisi
04 Novembre 2009
La recente crisi, che non ha risparmiato nessun settore produttivo, quello bancario compreso, ha evidenziato, al contempo, alcuni comportamenti di specifico rilievo da parte delle Banche Popolari ed in particolare il forte accento da esse posto sull’importanza delle relazioni a livello territoriale.
Un’evidenza che emerge chiaramente dalla lettura del Bilancio Sociale del Credito Popolare, del quale è stata appena diffusa la terza edizione. Un documento che riepiloga le attività ed il ruolo svolto nel campo della solidarietà e del sostegno alle attività sociali e culturali dalle circa 100 Banche che compongono il movimento.
La capacità di reazione delle Banche Popolari al periodo più buio della pesante crisi ha dato luogo a progressi sia per quanto concerne l’espansione territoriale sia relativamente all’attenzione alla persona nell’erogazione del credito. Risultati ascrivibili, in primo luogo, alla forma cooperativa di queste banche che non appartengono ad uno o pochi azionisti di riferimento, bensì ai soci e, tramite questi, all’intera comunità locale.
L’elemento più evidente è stato l’aumento dei flussi di raccolta e del numero di clienti: il comparto delle Banche Popolari ha registrato nel 2008, un incremento dei correntisti stimabile in circa 300.000 unità. Assolutamente apprezzabile, peraltro, è stato anche il tasso di crescita degli affidamenti concessi. Nel 2008 i nuovi affidamenti del Credito Popolare hanno superato i 118 miliardi di euro, in quadro che vede il 72% del credito ad imprese delle Banche Popolari diretto alle PMI, a fronte del 43% per il resto del sistema bancario. Dati che confermano l’estraneità del Credito Popolare a fenomeni di “credit crunch”.
Il documento evidenzia, inoltre, l’incessante l’impegno verso la collettività, per la quale, nell’ambito di interventi di natura sociale, culturale, artistica e di altre iniziative di beneficenza e servizio, è stato destinato, nel solo 2008, contributo di circa 118 milioni di Euro, pari all’1,2% del Valore Aggiunto realizzato dalle Popolari. Come negli anni precedenti si tratta di una percentuale superiore di circa tre volte a quanto destinato dal resto del sistema bancario per interventi dello stesso tipo.
Contestualmente il numero dei soci delle Banche Popolari ha registrato un ulteriore, significativo incremento, commisurandosi, a fine anno, a circa un milione e 160 mila unità.
Peraltro, il corpo sociale è il reale “motore” della Banca Popolare, attento controllore della trasposizione dei valori statutari in decisioni operative e al tempo stesso principale fruitore delle opportunità non solo economiche, offerte dalla Popolare stessa. La crisi ha dimostrato come le Banche Popolari siano riuscite, con successo, ad attualizzare e inserire principi quali mutualismo e cooperazione, nell’attuale contesto economico e sociale, confermando, in tal modo il ruolo guida svolto all’interno delle comunità.
Questi pochi dati, estrema sintesi dell’ampio corredo di evidenze statistiche contenute nel documento, dimostrano come per le Popolari il “radicamento territoriale”, che scaturisce da una vocazione originaria, viene alimentato costantemente dalla coerenza dei comportamenti con la loro natura cooperativistica e mutualistica; da un modo, cioè, di essere e fare banca basato sulla naturale sintonia con la comunità di appartenenza.
* Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari