Sorpresa! La Norvegia va verso l’abolizione dell’aborto selettivo
19 Novembre 2018
La Norvegia è sorprendentemente in procinto di cambiare in senso restrittivo la propria legislazione sull’aborto (Lov om svangerskapsavbrudd), in vigore dal 1976.
Si è giunti a questo momento importante per il Paese, per il mondo pro-life e per l’intera Europa, grazie al dialogo fra la classe politica e il Terzo Settore, rappresentato in particolare da Menneskverd, l’organizzazione pro-life più importante della Norvegia, e NNDS (Norsk Nettverk for Down Syndrom), l’associazione norvegese che si occupa di tutelare i diritti delle persone con sindrome di Down. Queste ultime hanno attivato una campagna intitolata “#cancellailparagrafoselettivo” per chiedere l’abrogazione del Paragrafo 2, lettera c) della legge sull’aborto, il quale stabilisce che, passato il limite entro il quale è lecito praticare l’aborto (corrispondente alla dodicesima settimana di gravidanza), è possibile in ogni caso abortire qualora “vi sia un serio pericolo che il bimbo possa essere gravemente malato, per cause ereditarie, a causa di patologie o di altri danni durante la gravidanza”. Questa parte della legge, soprannominata “Paragrafo Down” è utilizzata infatti per l’ammissione di quegli aborti tardivi a seguito di diagnosi prenatali che rivelano la presenza di patologie del feto o caratteristiche riconducibili alla Trisomia 21.
Il Primo Ministro Erna Solberg si è detta pronta a modificare la legge abrogando questa parte della legge: concorda con chi lo ritiene una clausola discriminatoria con una ratio eugenetica, basata cioè sulla scelta fra chi merita di vivere (i sani) e chi no (le persone Down o con altri problemi di salute). Lo stesso Ministro della Salute Bent Høie, del Partito conservatore Høyre (H) di Erna Solberg, ha ribadito che è tempo di mettere mano alla legge sull’aborto, e nello specifico al vituperato “Paragrafo Down”, perchè la vita stessa di un disabile, in generale, o di una persona con Trisomia 21, in particolare, non deve essere di per sé causa di aborto. Il Primo Ministro Erna Solberg scrive inoltre sul suo blog personale di essere anche disponibile a intervenire legislativamente per porre fine all’aborto selettivo gemellare (chiamato anche embrioriduzione).
Questa pratica è eseguita in Norvegia, nonostante il silenzio della legge, anche sui bambini che non presentano alcuna patologia fisica. La Lov om svangerskapsavbrudd non disciplina esplicitamente la liceità dell’embrioriduzione, ma l’interpretazione sulla legge fornita dal Dipartimento legale del Ministero della Giustizia ne ha sancito la praticabilità. Pertanto in Norvegia una donna che aspetta due o più gemelli può decidere di abortire quelli che ritiene “in sovrannumero”, con una semplice richiesta. Ciò ha dato l’avvio al cosiddetto “turismo da aborto selettivo”: in Norvegia arrivano donne incinte per ricorrere all’embrioriduzione, quando è vietata nel proprio Paese. Le dichiarazioni della Premier Erna Solberg fanno ben sperare in un esito positivo della modificazione legislativa sull’aborto, perchè ne andrebbe di mezzo non solo la sua credibilità politica, ma anche il suo stesso incarico di Capo del Governo.
Infatti il 2 novembre è stata sfiorata e all’ultimo evitata una crisi di Governo che avrebbe mandato a casa l’attuale Premier, che invece continua a rimanere in carica grazie al supporto del Kristelig Folkeparti (KrF), il Partito Popolare Cristiano. Knut Arild Hareide, leader del KrF, aveva proposto al proprio partito di abbandonare la coalizione di Governo e di stringere una nuova alleanza coi partiti di sinistra. Ma i 190 delegati del KrF hanno respinto questa proposta in una votazione che ha visto 98 contrari e 90 a favore, confermando così il sostegno al Governo retto da Erna Solberg. Dietro il rinnovato appoggio al governo del KrF, partito di piccole dimensioni ma decisivo nell’equilibro delle alleanze politiche, c’è proprio l’apertura della Solberg al cambiamento della legge sull’aborto, mentre l’esponente del Partito Laburista Arbeiderpartiet (Ap) Jonas Gahr Støre si era dichiarato contrario ad aprire qualsiasi dialogo su tale argomento etico.
E’ un tema caldo quello dell’abrogazione dell’aborto selettivo: l’organizzazione pro-life Menneskeverd aveva espressamente chiesto al Partito Popolare Cristiano di porre un ultimatum al Governo nel caso in cui non si sarebbe aperta alcuna trattiva al riguardo.Assistiamo quindi a uno scenario politico completamente nuovo in Norvegia, dove i temi etici sono protagonisti, letti secondo una sensibilità “scandinava” e cioè in relazione alle discriminazioni che una legge tanto ingiusta arreca agli individui, come la selezione tra chi merita di vivere e chi no.
E’ la prima volta che un Paese europeo va concretamente verso un ripensamento della legge sull’aborto, e il peso di questo evento è ancora maggiore, visto che si tratta di un paese del Nord Europa, con tutto quello che significa in termini di laicità. Per dirla con le parole di Kjell Ingolf Ropstad, il giovane leader del Partito Popolare Cristiano succedutosi a Knut Arild Hareide dopo le dimissioni seguite alla votazione del 2 novembre, la Norvegia ha davanti a sé un’occasione storica.